Il 28 e 30 novembre con la regia di Stefano Vizioli
(ANSA) - FERRARA, 23 NOV - L'anno scorso al Teatro Sociale di Como anticiparono al 24 e 25 ottobre le date delle rappresentazioni per riuscire a non incappare nel blocco che sarebbe avvenuto subito dopo, cosa che avvenne per il Comunale di Modena che mandò lo spettacolo solo in streaming. Si parla della produzione di Werther, il capolavoro di Jules Massenet che finalmente approda al Teatro Comunale di Ferrara il 28 e 30 novembre frutto di una larga collaborazione che ha coinvolto anche Teatri di OperaLombardia, il Valli di Reggio Emilia e il Verdi di Pisa dove andrà in tournée nelle prossime settimane.
L'allestimento è firmato da Stefano Vizioli mentre Francesco Pasqualetti dirige la Filarmonica dell'Opera Italiana. I ruoli principali di questo dramma lirico in quattro atti, tratto dal romanzo I dolori del giovane Werther di Goethe, sono affidati al tenore Francesco Demuro (Werther), al mezzosoprano Karina Demurova (Charlotte), al baritono Guido Dazzini (Albert) e al soprano Maria Rita Combattelli (Sophie).
Goethe scrisse il suo Werther nel 1774. In Francia è il tempo di Luigi XVI e di Maria Antonietta: chi mai lì si suiciderebbe per amore? "Con lo scenografo Emanuele Sinisi - spiega il regista, Stefano Vizioli - abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto da una mano nervosa, un foglio che talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono, macchiate da un inchiostro che scola, diventa lagrima o sangue, un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca, poca attrezzeria e la forza del gesto, un gesto 'da periodo Covid', sperabilmente coerente alla verità dei sentimenti dei personaggi". Massenet "ribalta ciò che per definizione è la scrittura d'opera, - aggiunge il direttore Francesco Pasqualetti - È come se l'orchestra dicesse o cantasse ciò che con la voce non è più permesso dire. È una melodia che viene da dentro, da sotto, da un luogo nascosto come una buca d'orchestra, nascosto come nell'anima". Ed è proprio l'orchestra a ricordare come la destinazione finale del giovane Werther non sia il paradiso, ma la dannazione dell'inferno. (ANSA).