Dal 28 ottobre allo Storchi, un viaggio negli ultimi due anni
(ANSA) - MODENA, 12 OTT - Dopo due periodi di prova in residenza in Portogallo (a Setúbal e a Lisbona), Pippo Delbono porta il suo nuovo spettacolo 'Amore' anche in Italia, in prima assoluta dal 28 al 31 ottobre al Teatro Storchi di Modena.
'Amore', una coproduzione internazionale per il regista e attore ligure di casa in Emilia Romagna Teatro, è realizzato insieme agli attori storici della sua Compagnia e con artisti portoghesi di diverse discipline fra cui Pedro Joia, chitarrista e compositore, il cantante di fado Miguel Ramos e la scenografa Joana Villaverde. Con loro anche la scrittrice e musicista Aline Frazao.
Insieme ai suoi compagni di viaggio, e aprendosi a nuove influenze e incontri, Delbono porta in scena un'appassionata dedica al Portogallo, terra meticcia per vocazione e crocevia di tradizioni e contaminazioni "dove si sono incontrate culture diverse - racconta lo stesso Delbono - che hanno generato una profonda apertura all'accoglienza. Lì sembra mancare quella minaccia continua che invece serpeggia in altri lidi del mondo: la diffidenza, il razzismo, l'individualismo. E lo leggo in certa poesia, nei versi di Fernando Pessoa, ma anche in quelli di Antonio Tabucchi, che del Portogallo è stato il nostro cantore, il mondo vicino di Federico García Lorca, le parole della nostra Anna Maria Ortese; lo ascolto nelle canzoni, nelle liriche del fado".
Da sempre Pippo Delbono crea spettacoli in cui il confine fra vita e teatro si fa sottile: al centro di questo nuovo allestimento una riflessione sul significato del nostro oggi, dopo l'esperienza della perdita e del distacco che la pandemia ha portato con sé. "Troppe persone hanno compiuto l'ultimo viaggio in totale solitudine, come accadeva tra le pagine dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni o nella Peste di Albert Camus: milioni di uomini se ne sono andati senza parole d'amore e di conforto, ma, come unico suono, quello del loro stesso respiro che si spegneva". Delbono riparte dalla parola amore e, nominandola, invocandola in modo laico, cerca di liberarla dalla confusione che ha regnato su questa odissea globale negli ultimi due anni. (ANSA).