Ossa trovate a Sassuolo, legami con scomparsa nove anni fa

Emilia Romagna

Indumenti, pistola e tracce riconducono a Paola Landini

Sono vari gli elementi che a Modena portano gli inquirenti a ritenere che le ossa di donna trovate mercoledì scorso a Sassuolo (tredici in tutto e tra queste frammenti del cranio), in una zona di calanchi vicino al poligono di tiro, appartengano a Paola Landini, 44enne scomparsa nel maggio del 2012 in circostanze finora mai chiarite proprio dopo essersi recata nella stessa struttura. A spiegarlo è stato questa mattina in conferenza stampa il dirigente della squadra mobile Mario Paternoster.
    A ricondurre al 'cold case' di Paola Landini ci sono, nelle ossa rinvenute, tracce di un intervento che la donna aveva affrontato in passato. Non solo, gli indumenti trovati nella zona impervia sembrerebbero, pur essendo deteriorati, quelli descritti al momento della denuncia di scomparsa. Così come due pistole, individuate sempre sul posto (una 9x21 e una 6x17) sembrerebbero essere le stesse armi portate da casa dalla donna andando al poligono nel giorno della scomparsa; per una delle due, più nello specifico, i dubbi in merito sono ormai nulli.
    Nella zona del recente ritrovamento sono state recuperate anche delle chiavi di una vettura Fiat e la 44enne prima di far perdere le proprie tracce, lasciò proprio vicino al poligono la sua auto (una Punto) con all'interno gli effetti personali.
    Attraverso le ossa scoperte a Sassuolo mentre si stavano svolgendo le ricerche del 21enne sassolese Alessandro Venturelli, sparito nel nulla lo scorso dicembre, sarà svolta una comparazione con il dna del figlio della donna, ha spiegato sempre la polizia di Stato. Un ultimo dubbio da sciogliere in merito alla vicenda è legato al fatto che i resti umani sono stati trovati a distanza di nove anni dalla scomparsa di Paola Landini nella stessa area già 'battuta' durante le ricerche del 2012. Ma difficilmente, spiega la polizia, il corpo potrebbe essere stato eventualmente portato lì in un secondo momento. È più probabile che le ricerche non siano arrivate proprio in quel punto perché all'epoca erano in corso dei lavori ed è presente una folta vegetazione.

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