In uscita il 27 aprile in streaming 'Un giorno la notte'
(ANSA) - BOLOGNA, 26 APR - Una malattia degenerativa e incurabile, che rischia di portarlo alla cecità, non ha scoraggiato Sainey Fatty, 23 anni, originario del Gambia, che, dopo essere arrivato in Italia sei anni fa e avere scelto di vivere a Bologna, decide di raccontare la sua storia iniziando a usare una videocamera. Un percorso che dalla consapevolezza della malattia, la 'retinite pigmentosa' scoperta quando aveva tre anni, lo ha portato, piano piano, ad accettare quanto potrebbe accadergli grazie all'aiuto di amici e persone speciali, ipovedenti e non vedenti, e alla scoperta del baseball.
Tutto questo viene raccontato nel documentario 'Un giorno la notte', realizzato da Michele Aiello e Michele Cattani, prodotto da Zalab Film in collaborazione con la cooperativa sociale Arca di Noè e Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Il film, in uscita domani, sarà disponibile gratuitamente in streaming nella versione audio descritta con la voce di Andrea Pennacchi su diverse piattaforme (partecipa.zalab.org e su MioCinema.com).
Prima del 'buio', Sainey ha deciso di imparare quante più cose possibili e dopo essere diventato centralinista dell'Istituto per ciechi 'Cavazza', ha stretto amicizia con Pasquale che gli ha insegnato come muoversi nello spazio senza la vista.
"Il primo incontro con il cinema - racconta il 23enne - è stato durante la mia permanenza al centro di accoglienza per rifugiati gestito dall'Arca di Noè. Fare questo film mi ha aiutato a esplorare, imparare, insegnare e condividere moltissimi aspetti di questa disabilità, sia le cose belle sia quelle brutte. Rimarrà per me come un souvenir, un'eredità per il futuro". (ANSA).