Autore ricorda brano autobiografico di Biagio Carabellò
"Mi chiamo Biagio, nasco nel '69 a Bologna". Comincia così uno dei capitoli del libro 'L'orso e la farfalla' scritto nel 2005 da un conoscente di Biagio Carabellò, l'uomo scomparso nel 2015 e di cui, se arriverà la conferma del Dna, sono stati trovati i resti due giorni fa in un canale nella zona del Parco Nord. L'autore del volume, Claudio Baratta, lo ha ricordato in una intervista all'emittente E'tv. Lo scrittore conosceva bene Biagio, che era stato prima un suo cliente, quando gestiva un locale in Bolognina, poi suo dipendente, come aiuto cuoco quando aveva aperto un ristorante nello stesso quartiere. In quegli anni Baratta aveva chiesto a Biagio e ai suoi due fratelli, Sergio e Susanna, di scrivere alcuni paragrafi del libro, nei quali raccontavano loro stessi. "La mia infanzia l'ho vissuta in un quartiere difficile della mia città, la Bolognina -scriveva Biagio Carabellò - tante botte hanno accompagnato le frequenti monellate, tipiche di un carattere ribelle. E fin dall'infanzia la vita l'ho presa per i capelli".
"Questa paginetta mi commosse già allora e rese molto orgoglioso Biagio - ha raccontato Baratta - e quando ho saputo del ritrovamento dei suoi resti ho pensato che la cosa migliore fosse far parlare lui." L'amico ricorda lo scomparso come una persona "buona e generosa, che agiva senza tatticismi". Si dice contento che sia stata riaperta l'indagine e condivide l'idea della famiglia che Biagio sia stato ucciso: "Forse è caduto in un tranello, e credo che quello che è successo vada cercato nell'ambito della Bolognina, non troppo in là". (ANSA).