Bertolucci, avrebbe 80 anni 'l'ultimo imperatore'

Emilia Romagna

In libreria 'Il mistero del cinema', lectio per la laurea 2014

(di Giorgio Gosetti) (ANSA) - ROMA, 15 MAR - Avrebbe compiuto 80 anni il 16 marzo il più internazionale degli autori italiani, l'unico ad aver vinto un Oscar per la migliore regia in un palmarès affollato che in quel 1988, grazie a "L'ultimo imperatore", lo portò a vincere ben nove statuette (un record completato in chiave personale dall'Oscar per la migliore sceneggiatura). Ma nella sua casa romana spiccavano anche i Golden Globes, i premi alla carriera della Mostra di Venezia e dell'Academy di Los Angeles, il Pardo d'onore a Locarno e un diluvio di riconoscimenti nazionali. Insomma una strada lastricata di successi (la sua stella brilla oggi sulla Walk of Fame di Los Angeles) che sulla scena nazionale comincia addirittura con l'opera prima ("La commare secca", 1962) e sul palcoscenico mondiale con la nomination all'Oscar per "Il conformista" (1970). Avrebbe compiuto 80 anni se la malattia non si fosse accanita su di lui portandolo via il 26 novembre del 2018. Quattro anni prima la sua città natale, Parma, gli regalava la soddisfazione forse segretamente più ambita: la laurea honoris causa in Storia e critica delle arti dello spettacolo. In ermellino rosso e tocco d'ordinanza, con il suo abituale sorriso sornione e gioiosamente ironico, Bertolucci salì in cattedra per una memorabile "lectio magistralis" che ripercorreva tutte le tappe della sua vita artistica, cominciando dall'infanzia e dal magistero del padre poeta, Attilio, per poi proseguire in un viaggio da eterno adolescente, con gli occhi sgranati di fronte al "mistero del cinema". Così si intitola il libro che, grazie alla passione della moglie Claire Peploe, arriva oggi in libreria con La Nave di Teseo e riproduce quella magica lezione, un esercizio di sincerità, memoria, poesia e tecnica che attraversa con sguardo lucido tutta la sua opera. Quel giorno, come ricorda Michele Guerra che ha curato il volume , fu per Bertolucci un vero "ritorno a casa", venato di emozione e di ricordi, quasi a marcare la vera caratteristica che connota il suo successo: portare la sua terra negli angoli più remoti del mondo, dalla Cina al Tibet, dal Sahara a Parigi, senza mai rimuovere le sue radici, straordinariamente evidenti nel poema più ambizioso, il dittico di "Novecento". (ANSA).
   

Bologna: I più letti