La sentenza a Bologna, la scena filmata dai cellulari
Una lite stradale coi vigili urbani filmata dai cellulari e finita in tribunale: due agenti della polizia municipale di Bologna, denunciati da un avvocato per aver redatto un falso verbale nei suoi confronti, sono stati infine assolti. I fatti sono di sabato 9 aprile 2016, quando il legale arrivò con il suo scooter in una strada del centro, via Volturno. Riferì di aver fatto un pezzo di strada con il motore spento e il motorino a mano prima di parcheggiarlo negli spazi appositi e allontanarsi a piedi verso il suo studio, in una zona chiusa al traffico.
Si sentì chiamare da una pattuglia della Municipale e ne nacque una discussione, cui seguì un verbale notificato all'avvocato, non immediatamente, ma il 20 maggio, per aver violato il codice della strada non esibendo la patente di guida richiesta. A quel punto l'avvocato ha sporto querela.
La scena è stata ripresa con un telefonino sia dall'avvocato che da uno dei due vigili e sul filmato si è basato il giudice Fabio Cosentino per ricostruire, nella motivazione della sentenza, quanto successo e alla fine assolvere gli imputati, difesi dall'avvocato Fabio Chiarini e Massimo Lazzari.
L'avvocato, costituito parte civile, ha sostenuto di aver invece mostrato la patente ai vigili. Dal video, però, emerge che l'agente della municipale gliel'ha chiesta più volte prima di farsela dare, imbattendosi in un rifiuto che il legale, sia all'epoca che poi nel processo, ha argomentato: ha sostenuto che nel momento in cui la municipale lo contattò era un pedone e non era tenuto, a suo avviso, a esibire la patente. Una dinamica durata per un po', tanto che il vigile a un certo punto rimarcò di avergliela già chiesta più volte. Quanto sostenuto nel verbale, dunque, per il giudice, è vero, anche perché per l'illecito (cioè la mancata esibizione del documento) è sufficiente il semplice diniego e non conta se poi dopo la patente è stata effettivamente fornita. La conseguenza è l'assoluzione dei due imputati perché il fatto non sussiste.