Aveva 86 anni, il suo obiettivo ha raccontato decenni di città
E' morto a Bologna dopo una lunga malattia Paolo Ferrari, 86 anni, fotoreporter che ha saputo raccontare attraverso la sua macchina fotografica la storia e le storie di Bologna. Nel 2015 aveva deciso di donare il suo importante archivio fotografico a Genus Bononiae. Musei nella Città di Bologna, che ha dato notizia della scomparsa: una scelta dettata anche dall'amicizia che lo legava al presidente Fabio Roversi Monaco. Parte di quelle foto oggi sono esposte all'Oratorio di Santa Maria della Vita, nella mostra 'Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna'.
Attivo fin dagli anni Settanta come fotoreporter, non c'è fatto bolognese che non sia stato immortalato dalla sua macchina fotografica, complice un apparecchio che intercettava le chiamate alle volanti delle forze dell'ordine, trucco appreso durante il suo periodo di studi a New York: dalle prime immagini dopo lo scoppio della bomba alla stazione alle tragiche foto dei cadaveri lasciati sull'asfalto dalla banda dei fratelli Savi.
"La sua essenza più profonda - dice Marco Baldassari, responsabile dell'Archivio Ferrari - resta in quella poderosa mole di scatti (un milione e mezzo, dagli anni Sessanta ai primi anni Duemila) che ha voluto generosamente donare a Genus Bononiae, nell'Archivio che porta il suo nome, all'interno del suo studio di via Marsala in cui ha lavorato per decenni e nel quale ha voluto si svolgesse, per mantenerlo vivo e vitale, il lavoro di conservazione e archiviazione".
I funerali si svolgeranno sabato 6 febbraio alle 11.30 nella chiesa di Santa Maria Assunta a Borgo Panigale (Via Marco Emilio Lepido, 58)
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