Il ricercatore riminese è da poco rientrato in Italia
"I virus mutano naturalmente, ma per motivi sui quali non mi dilungo ci sono quelli che lo fanno più velocemente (come Hiv e Hcv), e quelli che lo fanno più lentamente. I coronavirus sono relativamente molto lenti ad accumulare mutazioni, e questa è in generale una buona notizia per i vaccini (non solo quello di Oxford): ricordo infatti che con la vaccinazione vengono stimolati 'cocktail' di anticorpi che bersagliano la proteina Spike su più fronti. Per questo motivo la presenza, nella nuova variante, di alcune mutazioni in zone ben delimitate della proteina Spike non mi fa sentire particolarmente preoccupato per quanto riguarda l'efficacia dei vaccini in arrivo". Lo dice all'ANSA Giacomo Gorini, 31enne riminese ricercatore dello Jenner Institute dell'università di Oxford che sta lavorando con AstraZeneca allo sviluppo e alla sperimentazione del vaccino contro il Covid-19, parlando di quello che è sua conoscenza rispetto alla nuova variante del virus.
"Gli anticorpi indotti dalla vaccinazione potranno comunque legarsi sulla stragrande maggioranza della superficie della proteina Spike che è rimasta invariata", aggiunge Gorini, che da pochi giorni è tornato a Rimini per le feste.
"Penso - dice poi sulla sospensione dei voli decisa oggi - che limitare gli spostamenti sia una decisione saggia mentre la comunità scientifica si adopera per capire di più su questa nuova variante: già in passato questo virus ci ha insegnato che viene premiato chi agisce con cautela. Non so se e come la situazione cambierà al tempo del mio rientro in Gran Bretagna previsto a gennaio, ma nel caso prenderò atto delle decisioni prese dai governi dei due Paesi cercando di rientrare quanto prima ma sempre in sicurezza".