Cc arrestati: al via processo a Piacenza davanti al Gup

Emilia Romagna

Sono 11 le richieste di costituzione di parte civile

L'inchiesta sui fatti avvenuti nella caserma dei carabinieri Levante di Piacenza è arrivata davanti al giudice. Al tribunale della città emiliana si è aperta la prima udienza davanti al gup per chi ha scelto il rito abbreviato. Tra i carabinieri sotto accusa erano presenti in aula solo Giacomo Falanga, scortato dal carcere di Verbania, il maresciallo Marco Orlando (ex comandante di stazione) e il carabiniere Daniele Spagnolo, questi ultimi due agli arresti domiciliari. Assenti invece Giuseppe Montella e Salvatore Cappellano, i due militari della caserma piacentina su cui pendono la maggior parte dei capi di imputazione e attualmente entrambi ancora in carcere.

L'udienza, alla quale sono presenti il procuratore Grazia Pradella e i pm titolari dell'indagine Matteo Centini e Antonio Colonna, è iniziata con le richieste di costituzione di parte civile da parte degli avvocati. Undici in tutto, tra le quali anche quelle dei sindacati dei carabinieri Nsc e Silca. Accanto a queste, anche diverse formulate da persone che affermano di essere state picchiate o torturate all'interno della caserma dei carabinieri, e soprattutto quella del testimone che con le sue rivelazioni al maggiore dei carabinieri Rocco Papaleo ha permesso l'avvio di tutta l'inchiesta. Nessuna richiesta di costituzione è al momento invece giunta dall'Arma dei carabinieri, dal ministero della Difesa e dal Comune di Piacenza.

L'udienza è stata rinviata al 18 gennaio. Il gup Fiammetta Modica si è riservata la decisione sulle 11 richieste di costituzione di parte civile presentate in apertura. È stato anche confermato che la prossima udienza si svolgerà, per esigenze di sicurezza sanitaria, in uno dei padiglioni di Piacenza Expo in ragione delle tante parti in causa in questa vicenda che dovranno presenziare.

"Noi ci siamo costituiti per tutelare l'immagine dell'Arma, ma vogliamo soprattutto rivendicare e dimostrare che l'assenza del sindacato, fino ad oggi, ha contribuito a creare queste situazioni, che magari potevano essere rilevate prima", è il commento all'Ansa di Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo sindacato carabinieri (Nsc) alla richiesta di costituzione di parte civile su cui deve pronunciarsi il Gup di Piacenza nell'udienza a carico degli ex militari della stazione Levante, arrestati la scorsa estate per gravi reati. "Come sindacato stiamo facendo una battaglia sul 'whistleblowing'. Anche a Piacenza c'era una persona che era la 'mela sana', un collega che avrebbe potuto riferire quello che stava succedendo, purtroppo quando c'è un sistema del genere è difficile", aggiunge Zetti.

Tornando al caso, "c'è un giudice che vaglierà i comportamenti, che non sta a noi giudicare e che potrebbero anche essere ridimensionati dal processo. Dall'esterno voglio dire - prosegue il segretario - la presenza del sindacato avrebbe potuto consentire di raccogliere le confessioni e il disagio di qualcuno e incanalarlo in modo efficiente. Purtroppo in strutture gerarchizzate chi segnala un'anomalia viene visto con sospetto e isolato: bisogna invertire questo meccanismo. Chi ha questo coraggio deve essere tutelato". Dopo gli arresti, "l'Amministrazione ha fatto quello che era costretta a fare, ha rimosso giustamente la linea di comando. Ora occorre ricostruire il rapporto con la cittadinanza e ricostruire il nostro sistema di controllo".

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