Il Pd non ha un nome unitario, sempre più probabili le primarie
(ANSA) - BOLOGNA, 08 DIC - L'europarlamentare del Pd Elisabetta Gualmini si è sfilata dalla corsa a sindaco di Bologna, dove il suo nome era da tempo accreditato. Lo ha annunciato in un'intervista all'edizione bolognese di Repubblica.
"Quella di diventare sindaco - ha detto - era una prospettiva in cui mi sono ritrovata quasi per caso. Diciamo che a fronte di molti incoraggiamenti e altrettante garbate pressioni, ero entrata nell'ordine delle idee, riservandomi di decidere. Ma la decisione dipendeva, come ho sempre detto, dal mio impegno a Bruxelles, non da altro. Tanto meno dalla paura di perdere".
A sei mesi dalla data prevista dalle elezioni, l'ipotesi più probabile rimane quella delle primarie visto che, dopo mesi di consultazioni, è sfumata la possibilità di trovare un candidato che dentro al Pd metta d'accordo tutti. Virginio Merola sta completando il suo secondo mandato e al momento l'unico candidato ufficialmente in campo per la sua successione è l'assessore uscente Matteo Lepore, che però è inviso a una parte del partito, anche perché considerato troppo spostato a sinistra.
I suoi possibili sfidanti sono gli altri assessori uscenti Alberto Aitini (che fa riferimento alla corrente Base riformista) e Marco Lombardo. Sta valutando il da farsi anche un big del Pd bolognese come Andrea De Maria che se dovesse decidere di candidarsi non potrebbe però esimersi dalla sfida contro Lepore alle primarie, come del resto avrebbe dovuto fare Gualmini.
Nelle prossime settimane il Pd dovrà decidere quale percorso seguire, anche perché la scelta del candidato potrebbe non essere una variabile secondaria nella definizione del perimetro dell'alleanza. Il passo indietro di Elisabetta Gualmini darà senz'altro un'accelerata ai giochi di posizionamento che vanno avanti da mesi. (ANSA).