Aperto a collaborazioni internazionali di scienza e industria
Livelli di sicurezza adatti a contenere un elevato rischio biologico e strumenti ad hoc per permettere di condurre studi scientifici sul Sars-Cov2. A Ferrara, al polo chimico biomedico dell'università, è operativo da quasi tre mesi un laboratorio di biosicurezza 'livello 3', disponibile a condurre studi sul nuovo coronavirus in collaborazione con l'intera comunità scientifica e industriale. Il servizio è svolto dalla Microbiologia dell'Università di Ferrara con a capo un team femminile composto dalle scienziate Roberta Rizzo, Daria Bortolotti, Valentina Gentili, Antonella Rotola.
"Il nostro laboratorio è definito BSL3, cioè biosafety level 3, in una scala che va da 1 a 4 - spiega la responsabile Roberta Rizzo - Significa che è stato progettato per poter maneggiare in totale sicurezza agenti patogeni, come virus e batteri, potenzialmente letali per l'uomo". L'attività del laboratorio è possibile grazie alla presenza di accessi controllati, sovrapressione, sistemi di filtraggio dell'aria e all'impiego di speciali dispositivi di sicurezza. La dotazione tecnica prevede inoltre la presenza di camere dedicate alla coltura di cellule e di virus, cappe aspiranti, vari modelli di microscopia e altre strumentazioni specifiche dedicate alle analisi biologiche su materiale infetto.
"Nel nostro laboratorio abbiamo la possibilità di infettare con il coronavirus delle cellule umane coltivate in vitro. In questo modo otteniamo materiale biologico da cui ricavare informazioni utili ad indagare gli effetti dell'infezione - aggiunge Rizzo - Cioè, per riuscire a capire sempre meglio cosa succede esattamente quando il virus Sars-Cov2 attacca il nostro organismo". La produzione di cellule infettate permette anche di testare l'efficacia di composti antivirali.