Tra arte contemporanea e rituali romani
Nell'ambito di 'Re-Collecting', focus espositivi che approfondiscono temi legati alle collezioni permanenti di MAMbo e del Museo Morandi indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili, è aperta fino all'8 dicembre 'Castagne matte', a cura di Caterina Molteni.
Il titolo deriva dall'epiteto dato al seme dell'ippocastano dalla credenza popolare secondo la quale, se custodito nella tasca del proprio cappotto, possa scacciare le influenze autunnali.
Tra le opere esposte, 'Lettura del rituale' (1951-59), dipinto di Carlo Corsi che presenta il rito come tema letterario interpretato tramite ampie campiture di colore, frutto di una pennellata piena e densa. Il rito nella sua forma collettiva intreccia l'opera 'The following days' (2005), di Paolo Chiasera, video che ritrae un gruppo di ragazzi che nella campagna romagnola che si imbattono in un grande masso raffigurante il volto di Pier Paolo Pasolini. E, ancora, 'Sleeping' (1991), di Gilbert & George parte di una serie di opere ispirate al mondo metafisico e spirituale, in cui emerge un'atmosfera alchemica e misteriosa.
Giocando con l'ambiguità del rapporto arte-vita, gli artisti si rappresentano come defunti, in una esorcizzazione della morte. Tra i fenomeni più temuti e inspiegabili per l'essere umano, la morte e la sua percezione hanno influenzato l'ultima produzione pittorica di Piero Manai, il cui lavoro 'Senza titolo' del 1984, è parte di un gruppo di lavori in cui l'anatomia umana è drammaticamente sezionata dall'interno rendendo irriconoscibili le sue parti. Accanto a questi lavori contemporanei una sezione di oggetti che raccontano le pratiche scaramantiche e magiche di epoca romana: amuleti, lucerne, 3 dettagli di decorazioni e tavolette con incise 'maledizioni' testimoniano pratiche rituali comunemente diffuse nella società del tempo. (ANSA).