Carceri: sindacati, troppe aggressioni a Reggio Emilia

Emilia Romagna

'Manca sicurezza, qui 100 episodi in sei mesi, 400 in regione'

"Il carcere di Reggio Emilia è il peggiore della regione". A dirlo sono il segretario generale aggiunto e il segretario nazionale del Sappe - il sindacato autonomo di polizia penitenziaria - Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso che a supporto forniscono "cifre preoccupanti".

Nel primo semestre 2020 nella casa circondariale reggiana 'La Pulce' - davanti alla quale stamattina si è tenuto un sit-in di protesta dei sindacati (presenti anche Osapp, Uilpa, Sinappe, Fns Cisl, Cgil e Uspp) per denunciare le "gravi condizioni in cui versa" - si sono verificate cento aggressioni al personale o tra detenuti, il numero più alto tra tutte le carceri dell'Emilia-Romagna, oltre a 76 atti di autolesionismo in cella e 16 tentati suicidi.

Su 4.000 aggressioni a livello nazionale, ben 400 si distribuiscono negli istituti della regione. Tutto ciò per i sindacati "è causato dalla mancanza di sicurezza all'interno degli istituti penitenziari, dall'assenza di una sala regia per monitorare la sorveglianza fino a dispositivi di protezione obsoleti quali caschi, manganelli e giubbotti anti-proiettile".

Nove i punti redatti nel documento inviato anche al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al capo dipartimento Bernardo Petralia a cui chiedono "la rimozione del comandante del carcere di Reggio Emilia, Rosa Cucco", che a detta loro "non è in grado di farsi carico delle problematiche". Inoltre viene chiesta la "revisione delle piante organiche, mancando 50 unità fra agenti, pedagogisti e psichiatri di riabilitazione dopo il superamento degli ex Opg costringendo gli operatori a fare anche da educatori e turni estenuanti di 8 ore quando il contratto ne prevede 6". Infine le carenze strutturali: "Gli alloggi degli agenti, caserma, palestra, mensa e bar sono spesso allagati per infiltrazioni d'acqua piovana".

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