Valore di 6,8 miliardi, cresce anche l'occupazione del 3%
Bene nel 2019 l'export per l'agricoltura in Emilia-Romagna: con un valore di 6,8 miliardi di euro, portando per la prima volta a un saldo positivo di oltre 200 milioni della bilancia commerciale regionale, è cresciuto del 4,7%. Parma la provincia che esporta di più. Bene anche l'occupazione, aumentata del 3%. È quanto emerso dal Rapporto agroalimentare, frutto della collaborazione tra Regione e Unioncamere Emilia-Romagna, presentato oggi. Quello dell'export "è un valore che rappresenta oltre il 10% dell'export complessivo regionale - ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi - ed è pari al 16% dell'intero export agroalimentare italiano". Mammi ha ricordato i contraccolpi dovuti all'emergenza Covid-19 e ha auspicato che le risorse dei decreti Cura Italia e Rilancio - circa un miliardo - vengano messe "al più presto a disposizione delle imprese agricole".
"Regione Emilia-Romagna e Camere di commercio - ha aggiunto Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere - hanno deciso di mettere a disposizione, attraverso i Confidi e gli Agrifidi, risorse dedicate per far fronte alle esigenze di liquidità delle imprese e aiutarle a far fronte alle spese legate all'ordinaria gestione aziendale".
Quanto al rapporto, i settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita sono stati il lattiero-caseario (+9,5%), i derivati dei cereali (+17,9%), l'ortofrutta (+12%) mentre il settore delle carni e dei salumi ha registrato una leggera contrazione (-0,6%). La Germania si conferma il principale mercato di esportazione per le eccellenze agroalimentari regionali, con una quota del 17,37%, seguita da Francia (14,11%), Stati Uniti (8,04), Regno Unito (7,38) Nell'insieme i 28 Paesi aderenti all'Unione europea hanno assorbito nel 2019 circa l'80% dell'export regionale.
Dopo quattro anni di progressiva crescita, il valore della produzione agricola si è ridotto a 4,2 miliardi di euro. Hanno inciso le condizioni climatiche anomale e avverse, che hanno caratterizzato il periodo maggio-giugno, le rilevanti problematiche fitosanitarie e di mercato, i cali di prezzo del latte conseguenti agli andamenti delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano.