Focolaio Covid in Bartolini, Uil: 'Lavoratori terrorizzati'. Ausl Bologna valuta la chiusura
Emilia RomagnaFit-Cisl, settore ad alto rischio. Cobas: incontro con Bonaccini
I lavoratori della Bartolini corriere espresso "sono terrorizzati" per il focolaio di coronavirus in un magazzino di Bologna. Lo afferma all'ANSA Maurizio Lago, segretario della Uil Trasporti Emilia-Romagna. "Noi stiamo chiedendo di fare un lockdown di quel sito. Andrebbe bloccato tutto. Qui si parla della salute dei lavoratori e per noi tra la produzione e la salute dei lavoratori non ci sono dubbi".
Se fossero stati rispettati i protocolli di sicurezza, osserva Lago, il contagio non sarebbe partito. "Andrebbe bloccato tutto. Invece hanno messo in quarantena solo la cooperativa interna, secondo noi è sbagliatissimo". Per il sindacalista a essere preoccupati sono gli autisti e spedizionieri, "che girano per Bologna" e bisogna capire se hanno avuto rapporti con il personale della coop. Per questo la Uil chiede che sia esteso anche a loro lo screening con i tamponi. Fit-Cisl evidenzia come il settore sia ad alto rischio e sottolinea il punto critico dei controlli, che sarebbero "pochi". Il sindacato Cobas chiede invece un incontro urgente al presidente della Regione Stefano Bonaccini e al sindaco di Bologna Virginio Merola "per aprire un tavolo di confronto che definisca i criteri di sicurezza e le modalità che permettano ai lavoratori di lavorare in sicurezza".
E intanto sono 27 i nuovi casi di positività relativi al focolaio, che si sommano ai 64 censiti fino a giovedì. Lo comunica la Regione Emilia-Romagna che, nelle ultime 24 ore, rileva, nel complesso 46 nuovi casi, 39 dei quali asintomatici. La maggioranza dei casi (37 su 46) sono in provincia di Bologna. Secondo i dati, aggiornati alle 12, si registrano tre decessi: uno a Bologna, uno a Ferrara e uno a Modena, che portano il totale a 4.252.
"Siamo in attesa per domani dei risultati dei tamponi eseguiti anche ad amministrativi, autisti e altro personale. Faremo una valutazione del focolaio: se ci sono evidenze epidemiologiche e condizioni specifiche, per come si è manifestato, potrebbe essere una strada da percorrere quella di proporre la sospensione dell'attività", ha detto all'ANSA Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Bologna sul focolaio alla Bartolini.
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