Cresce l'incidenza dell'export che dal 18% passa al 20%
Anno 2019 complesso per il comparto della Coppa di Parma Igp che registra un calo del fatturato del 7,7%, attestandosi a quota 60 milioni. La tendenza economica è ufficializzata dal Consorzio di tutela del prodotto che riunisce 21 aziende e garantisce lavoro a 500 occupati. Dal trend economico presentato risulta nel particolare che nel 2019, sulla base dei dati Ecepa, Ente di certificazione prodotti Agro-Alimentari, i chili di carne suina lavorata sono stati 3,79 milioni, in diminuzione del 4,2% rispetto al 2018.
Sostanzialmente stabile (-0,8%) è invece il volume delle produzioni etichettate che nel 2019 è pari a 1,79 milioni di kg. Segnali incoraggianti arrivano dall'export, la cui incidenza passa dal 18% al 20% del fatturato del comparto. I due principali Paesi di destinazione della Coppa di Parma Igp sono Francia e Germania, seguiti da Regno Unito e Benelux. Il presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp Fabrizio Aschieri, nel motivare il calo di fatturato, spiega che "nel corso del 2019 abbiamo assistito a un rincaro significativo delle materie prime, con la carne suina che ha raggiunto i prezzi più alti negli ultimi otto anni". Aschieri aggiunge che "alla radice di questo fenomeno è la situazione in Cina, si stima che circa la metà dei 440 milioni di suini allevati in quel Paese siano stati colpiti dalla peste suina africana. Come conseguenza della decimazione della popolazione locale di maiali, la Cina ha guardato al di fuori dei suoi confini, Italia compresa, per soddisfare la domanda interna di carne suina e ciò ha determinato delle turbolenze sul mercato delle carni, con effetti negativi anche per la nostra filiera".