Zaky dal carcere: 'Sto bene ma ridatemi i miei libri'

Emilia Romagna
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Ha incontrato i genitori a Mansoura, sabato udienza cruciale

BOLOGNA, 2 MAR - "Sto bene, per quanto si possa stare bene in prigione. Voglio che tutto finisca per ritornare a studiare. Fino ad allora voglio riavere i miei libri e la libertà di usare il bagno". Dalla prigione di Mansoura, dov'è detenuto da settimane, arrivano le prime parole di Patrick Zaky, lo studente egiziano iscritto all'Università di Bologna, che da quasi un mese è in stato di arresto in patria con l'accusa di propaganda sovversiva. Le sue condizioni, ha spiegato l'avvocato Walid Hassan, sarebbero "migliorate", dopo il trasferimento in una struttura diversa da quella dei giorni scorsi. Ora l'attesa è per sabato 7 marzo, quando è in programma un'udienza cruciale per il suo destino: in ballo c'è la liberazione o il via a nuove indagini che potrebbero durare mesi.

Le parole di Patrick sono state diffuse dalla pagina Facebook 'Patrick libero', che in questi giorni sta portando avanti la massiccia campagna di sensibilizzazione per il suo rilascio. In un post, gli attivisti rivelano che domenica Patrick ha ricevuto la visita della sua famiglia nella prigione di Mansoura. "Hanno detto che sembrava stesse bene, ma era preoccupato per il prolungamento della sua detenzione e ha espresso il desiderio di un rapido rilascio per riprendere gli studi", è quanto hanno riferito. Patrick, infatti, "non è riuscito a recuperare il materiale che sta perdendo, dato che la prigione di Mansoura gli ha impedito di tenere i libri che aveva prima di essere trasferito dalla stazione di polizia di Talkha".

Inoltre, "l'attuale prigione gli consente di usare il bagno solo una volta al giorno". Per questo, gli attivisti ribadiscono la richiesta "di un immediato rilascio di Patrick" e che "la prigione rispetti il regolamento carcerario, permettendo a Patrick di leggere e studiare e concedendogli tutte le attività fisiche consentite dal regolamento: un'ora al mattino e una alla sera". Secondo il suo legale Hassan, tuttavia, "ora le condizioni detentive sono migliori" e i genitori gli avrebbero "procurato dei libri". Un incontro avvenuto "in privato, lontano da altri detenuti", grazie alla concessione fatta dal Procuratore di Mansura, dato che normalmente i detenuti appena trasferiti devono attendere almeno 11 giorni prima di ricevere visite. Zaky - ha spiegato l'avvocato - "ora è in una cella con altri detenuti", anche "criminali comuni, dato che Patrick non è stato catalogato come 'politico'".

In attesa dell'udienza di sabato, prosegue la mobilitazione per chiedere la liberazione dello studente. Giovedì alle 18 a Roma, al Pantheon, è previsto un nuovo presidio. Il passaggio del 7 marzo è considerato fondamentale, perché in caso di rinnovo della detenzione, Zaky potrebbe restare in carcere per mesi in attesa che le indagini facciano il loro corso, senza una data di scadenza. Per i reati che gli sono contestati, informa Amnesty International, Patrick rischia fino a 25 anni di carcere.

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