Radio: a rischio chiusura la redazione di Città del Capo

Emilia Romagna
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La proprietà vuole chiudere i programmi che riguardano Bologna

Radio Città del Capo, storica emittente bolognese, parte del network di Radio Popolare, rischia di essere "zittita e snaturata". È quanto denunciano i redattori della radio dopo la decisione della proprietà, NetLit srl, di eliminare dalla programmazione, entro il 10 gennaio, i programmi locali di cronaca, politica e cultura e di smantellare la redazione di Bologna. "I giornalisti - scrivono - potrebbero perdere il lavoro, così ci è stato comunicato. Tutto sarà spazzato via, a partire dalle tante trasmissioni che da sempre rendono la radio quel patrimonio che è - e che vogliamo che resti - per la città di Bologna. Sarà azzerato lo spazio che la radio sta dando alla politica regionale, a meno di un mese dalla elezioni del 26 gennaio l'editore di Radio Città del Capo, con una circolare firmata dal presidente del Cda Renato Truce, ha dato l'ordine di sospendere quella che per lui è stata una sperimentazione e che per noi è invece da sempre il lavoro di tutti i giorni e la storia di 32 anni di radio".

"Per descrivere il nostro lavoro - proseguono ancora i giornalisti - l'editore sta utilizzando espressioni come utilizzo indebito della frequenza. Come se raccontare la scena culturale, musicale e politica di Bologna fosse qualcosa di indebito, e non invece - come è e vogliamo rimanga - il cuore e il senso stesso del progetto di Radio Città del Capo. Il tutto senza parlare delle pressioni al limite della vessazione verso i lavoratori della radio. Vogliamo impedire che Radio Città del Capo si trasformi in una delle tante frequenze radiofoniche fantasma che nessuno ascolta e nessuno ricorda. Faremo tutto quel che serve per fare in modo che Radio Città del Capo continui a vivere, e resti punto di riferimento per la città di Bologna".

"La sola idea che Radio Città del Capo possa essere smantellata fa male. È una voce importante nel panorama bolognese all'interno di un network di importanza nazionale come Radio Popolare. È un punto di riferimento culturale e informativo che da decenni svolge un ruolo importantissimo nella comunicazione. La proprietà riveda la sua decisione". Lo dice Roberto Morgantini, lo storico sindacalista dei diritti e animatore e fondatore delle Cucine Popolari.
"Alla redazione e a tutti i lavoratori di Radio Città del Capo - ha detto ancora Morgantini a nome di tutti i volontari della associazione bolognese, che da pochi mesi ha una propria rubrica in onda tutti i sabati pomeriggio sulle frequenze di Rcdc - arrivi la nostra solidarietà e il nostro sostegno nella vertenza che stanno intraprendendo. Non ci sono solo i loro posti di lavoro da difendere ma il patrimonio e di idee e di servizi che svolgono con competenza e passione. Perche questa voce resti viva e forte".

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