Ciclone Idai: appello Cefa, Mozambico in ginocchio

Emilia Romagna

La ong bolognese ha promosso raccolta fondi per area di Beira

Coltivazioni spazzate via, case distrutte, famiglie sfollate, ogni giorno nuovi casi di colera e dissenteria. Dopo essere stato travolto dal ciclone Idai, il Mozambico è in ginocchio. Due settimane fa il vento forte e la pioggia, che solo da poche ore ha iniziato a diminuire, si sono abbattuti sui territori tra altipiani e montagne provocando morti e feriti. Da Bologna è stato lanciato una campagna di solidarietà: Cefa-Il seme della solidarietà Onlus, che da oltre 45 anni in Africa aiuta le comunità più povere a raggiungere l'autosufficienza alimentare, ha promosso una raccolta fondi (www.cefaonlus.it). Dal 2017 i volontari sono impegnati a Beira, una delle città più colpite da Idai. "Le piogge hanno sommerso villaggi e campi coltivati - spiega Sara Laurenti, che cura la comunicazione di Cefa - inizieremo a distribuire kit alimentari alle famiglie, ma abbiamo bisogno di aiuto".

Olio, riso, farina di soia, fagioli: in tutto 30 chili di generi alimentari, che Cefa, in accordo con il World Food Programme, consegnerà a circa 5mila beneficiari. Generi di prima necessità che dovrebbero coprire il fabbisogno di circa 15 giorni. Molti nuclei familiari si trovano tra i territori di Ceramica, Dondo e Nhamatanda che, al momento, sono difficili raggiungere perché molte strade sono state cancellate dalla potenza del ciclone. "Non siamo ancora riusciti ad entrare in contatto con tutte le persone a cui consegneremo il kit - aggiunge Roberto Proietti, responsabile Mozambico per Cefa - vorremmo provare a raggiungere anche Njangao, un'altra zona rurale dove lavoriamo, ma è ancora isolata.

Le famiglie non hanno più acqua potabile e non si trova il cloro per disinfettare quella che c'è a disposizione". Molte comunità, in Mozambico, possono contare solo sull'agricoltura come forma di sostentamento. Le coltivazioni di mais e manioca, alla base della dieta locale, non sono state risparmiate dal ciclone. "Possiamo solo aspettare che le acque si ritirino - aggiunge Laurenti - solo dopo potremmo valutare lo stato dei campi e capire se procedere con una semina di emergenza per permettere alle famiglie di avere comunque un raccolto su cui contare, per il loro fabbisogno ed eventualmente per rivendere i prodotti. Oggi in Mozambico è come se fosse stata sommersa una volta e mezzo l'intera provincia di Bologna, un'area molto vasta. Dobbiamo pensare alle famiglie, ai bambini e anche al bestiame".

Cefa, infatti, a Beira è impegnata nel progetto 'Africa Hand Project' per sviluppare allevamenti di mucche da latte e insegnare alle comunità rurali come creare una piccola filiera lattiero-casearia e agricola. Alle mamme, i volontari mostrano come variare la dieta alimentare per nutrire meglio i loro bambini. "Siamo davvero molto, molto preoccupati per il Mozambico - conclude la responsabile della comunicazione di Cefa - ci serve tutto l'aiuto possibile, sul nostro sito internet si possono trovare tutte le informazioni. Un ciclone di questa portata è segno dei cambiamenti climatici in atto. Paesi come questo sono esposti ai rischi e, senza un aiuto, non hanno la forza per riprendersi".
   

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