Effimeri barocchi farnesiani in mostra

Emilia Romagna
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A Parma fino a 16/12 un itinerario tra spettacolari architetture

(ANSA) - PARMA, 8 OTT - Un itinerario tra le spettacolari architetture effimere realizzate dai Farnese dal 1618 sino all'estinzione della dinastia: è quello che offre la mostra 'Il Dovere della Festa. I Farnese e gli effimeri barocchi a Parma, Piacenza e Roma (1628-1750)', concepita in occasione delle celebrazioni dei 400 anni dalla costruzione del teatro Farnese (1618) e in programma fino al 16 dicembre a Parma, al Palazzo Bossi Bocchi, ad ingresso gratuito.
    Sono opere grandiose, figlie di quell'età barocca da cui scaturisce l'odierna 'civiltà dell'immagine'. Sotto l'egida ducale, un fenomeno di teatralità diffusa, ad opera delle maestranze specializzate negli allestimenti scenografici, si riscontra in maniera capillare nelle due capitali farnesiane, Parma e Piacenza, ma anche a Roma, il centro di potere al quale la dinastia tutto doveva. Quali ragioni animavano i promotori dei sontuosi (e terribilmente costosi) apparati effimeri, lieti o lugubri? L'aspirazione di apparire sul palcoscenico del mondo, il dovere ineludibile di manifestarsi, pena l'esclusione dalle dinamiche politiche e dalla percezione sociale.
    L'arco cronologico della mostra - promossa e realizzata da Fondazione Cariparma e Complesso monumentale della Pilotta, a cura di Francesca Magri e Carlo Mambriani - parte dai festeggiamenti per l'entrata di Margherita di Toscana, giovane moglie del duca Odoardo, e termina con gli allestimenti per i funerali di Dorotea Sofia di Neoburgo, quando avviene il passaggio di testimone tra l'ultima duchessa Farnese e il nipote Filippo di Borbone-Spagna. Quasi due secoli (1545-1731) di governo ininterrotto, durante i quali ogni duca è committente di apparati effimeri per ogni occasione memorabile, lieta o funesta, legata alle vicende della dinastia. La rassegna ne espone una ricca sequela, alcuni inediti o poco approfonditi dagli studi, che appaiono come vere e proprie strutture architettoniche - archi trionfali, palazzi, teatri e moli pirotecniche - ma in realtà sono costruiti in legno, cartapesta e stucco: materiali poveri e di breve durata eppure garanti di rapida esecuzione grazie ai trucchi della scenotecnica, e spesso di facile riutilizzo. (ANSA).
   

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