Intanto però continua presidio, per l'ottavo giorno consecutivo
(ANSA) - TARANTO, 25 NOV - Ottavo giorno di protesta e presidio delle aziende dell'indotto alle portinerie dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, per sollecitare alla multinazionale il pagamento di fatture per 60 milioni di euro.
Per cercare di scongiurare il blocco della fabbrica, minacciato in mancanza di garanzie sul ristoro dei crediti, nella mattinata di oggi ci sarà un primo incontro tra l'azienda e gli appaltatori dell'indotto, accompagnati dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal sindaco Rinaldo Melucci e dal presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, per cooperare all'aggiornamento della contabilità.
Domani mattina è previsto un ulteriore incontro, alla presenza dell'ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli, per definire il piano di pagamenti e cercare così di chiudere la vicenda.
L'associazione degli industriali ha chiesto alla multinazionale, per conto delle imprese, la sottoscrizione di un documento che preveda impegni precisi sui pagamenti, con un'unica data di valuta, per almeno il 70% del fatturato. Nei giorni scorsi sono stati notificati, secondo quanto reso noto dalla stessa Confindustria, avvisi di pagamento solo alle ditte di autotrasporto e, con importi parziali, a sei aziende di servizi dell'indotto. Ma in totale sono 150 le imprese interessate dai mancati pagamenti ArcelorMittal e hanno alle dipendenze 6mila addetti. Ieri, durante una riunione nella sede tarantina di Confindustria, dopo uno scambio di messaggi tra il governatore Emiliano, il premier Conte e il ministro Patuanelli, l'ad Morselli ha telefonato al governatore, fissando i due incontri per oggi e domani che si spera siano chiarificatori.
Anche se lo stesso Emiliano e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ieri hanno manifestato "scetticismo" e hanno detto di "non avere più alcuna fiducia nella multinazionale". (ANSA).