Angelo e Napoleone Cera, figlio è consigliere regionale Puglia
(di Roberto Buonavoglia)
(ANSA) - FOGGIA, 17 OTT - Seguivano un "codice di onore", come lo definisce il gip che li ha posti agli arresti domiciliari, il consigliere regionale pugliese Napoleone Cera (Popolari) e suo padre, Angelo, ex deputato dell'Udc, per ottenere quello che pretendevano: due assunzioni al Consorzio di Bonifica di Capitanata, la nomina del commissario dell'Asp (Azienda per i servizi alla persona) di Chieuti (Foggia) e lo stop della procedura di internalizzazione del Cup dell'Asl di Foggia per favorire l'azienda in appalto. Per raggiungere il loro risultato mostravano - scrive il giudice - un'indole "spregiudicata" declinata "nel senso di onnipotenza, assenza di scrupoli, ostinata e livorosa programmazione criminosa". Il loro "manifesto criminoso" è descritto nelle 13 pagine del provvedimento restrittivo. Si passa dall'emendamento soppressivo dei Consorzi di Bonifica (utilizzato come ricatto) presentato e subito ritirato in Consiglio regionale da Napoleone Cera, alle continue minacce fatte anche ad un funerale da Angelo Cera a Luigi Nardella, dirigente del Consorzio stesso. Il tutto per piegare i vertici del Consorzio e ottenere le assunzioni. Nonostante le minacce, i due politici non hanno mai ottenuto quello che chiedevano. Padre e figlio sono agli arresti domiciliari con l'accusa di tentata concussione solo per uno dei tre capi d'imputazione a loro contestati: l'aver preteso l'assunzione di due operai al Consorzio di bonifica. Per gli altri due episodi il gip ha escluso i gravi indizi di colpevolezza, anche in relazione al ruolo del governatore della Puglia, Michele Emiliano e dell'assessore regionale al welfare, Salvatore Ruggieri, indagati per corruzione assieme ai Cera. Emiliano, con la complicità dell'assessore, è accusato di aver "venduto" le proprie prerogative istituzionali impegnandosi a nominare commissario dell'Asp di Chieuti una persona indicata dai Cera. In cambio padre e figlio avrebbero assicurato il proprio appoggio elettorale al candidato sindaco di San Severo, Francesco Miglio, "caldeggiato" dal governatore. Secondo il giudice, però, vi è un'assenza di collegamento tra l'appoggio elettorale e la nomina del commissario dell'Asp, che peraltro non è mai stata fatta. Conclusioni che fanno esultare il presidente Emiliano: "Tutta la mia vita professionale e politica - sottolinea - è stata, è e sarà sempre orientata ad assicurare il rispetto del principio di legalità". L'ordinanza del gip, aggiunge, "ha escluso totalmente la mia responsabilità per il reato di corruzione, ritenendo insussistente la prova della mia consapevolezza di un nesso causale tra la richiesta di nomina del commissario Asp e la richiesta di appoggio elettorale in favore del sindaco di San Severo". Sullo sfondo resta un modo di fare politica che - annota il giudice Armando Dello Iacovo - richiama un "'codice di onore' invalso presso una particolare categoria di politici", al quale i Cera aderiscono e che "avrebbero in futuro continue occasioni per intavolare trattative parallele alle procedure ufficiali e tentare di condizionare altre nomine, altre assunzioni e altri affidamenti". Da qui la scelta di porre i due agli arresti domiciliari, risparmiando loro il carcere chiesto dalla pubblica accusa. (ANSA).
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