"Uso per innevamento piste sci è il meno indispensabile"
"In Valle d'Aosta non è più possibile realizzare delle grandi dighe, e non perché la popolazione non le accetterebbe, ma semplicemente perché le condizioni territoriali e geografiche non lo permettono. In sostanza perché tutti i corsi d'acqua della Regione sono già sfruttati sia a scopo idroelettrico, sia a scopo irriguo, nell'intero loro percorso. I pochi corpi idrici ancora liberi da prelievi idroelettrici (ma non da quelli irrigui) si trovano nelle aree naturali protette". Lo sostiene Legambiente in una nota diffusa a seguito del convegno su Dighe e territorio che si è svolto nei giorni scorsi a Saint-Vincent.
"Se siamo molto critici rispetto al piccolo idroelettrico - prosegue l'associazione ambientalista - riteniamo necessario chiarire che i nuovi invasi, da tutti auspicati, non trovano necessariamente la nostra opposizione, soprattutto se parliamo di piccoli invasi a servizio dell'irriguo. Ricordiamo che, per tradizione, in passato ogni derivazione irrigua aveva a disposizione una o più vasche di trattenuta delle acque (denominate "piscine") per conservare l'acqua necessaria nei momenti di maggiore esigenza. Questi bacini d'antan andrebbero ripristinati, se spariti, e usati a scopo idroelettrico solo in determinati casi legati a particolari condizioni ambientali".
"Ci sembra che di tutti gli usi delle acque - conclude Legambiente - quello dell'innevamento sia l'ultimo in ordine di importanza, il meno indispensabile. Se, come purtroppo temiamo, l'acqua verrà sempre più a mancare e le temperature continueranno a salire come affermato da molti studi, chi continua a puntare tutto solo sullo sci entrerà in crisi.
L'economia delle località turistiche dovrà diversificare la propria offerta per sopravvivere: siamo certi che potrà farlo egregiamente se saprà puntare sulle attrattività turistiche e sugli sport diversi da quello dello sci".