Ma deputato è autonomista. Governatore, mancato 2-0 per divisioni
Il centrodestra in Valle d'Aosta conquista al fotofinish il seggio di Palazzo Madama mentre quello di Montecitorio va agli autonomisti che si sono presentati insieme al Pd. Salta all'occhio la scarsa affluenza (60,58%), oltre 11 punti inferiore alle politiche 2018 e sotto la media nazionale. Ma anche la frammentazione del voto autonomista al Senato, con la lista dell'"Imperatore" Rollandin che - a detta del presidente della Regione, Erik Lavevaz - avrebbe finito per avvantaggiare la vittoria leghista.
Come collegio uninominale, la piccola regione alpina elegge due rappresentati a Roma. Il nuovo deputato è Franco Manes, architetto di 59 anni, sindaco del piccolo paese alpino di Doues e presidente del Celva (l'Anci regionale). Con il 38,63% dei consensi (20.763 voti) ha superato a mani basse Emily Rini, coordinatrice regionale di Forza Italia, agente di assicurazione già presidente del Consiglio Valle, che si è fermata al 29,80% (16.016). Manes era il candidato della lista Vallée d'Aoste, che comprende anche Pd e Azione ma, anticipa, "mi iscriverò al gruppo misto delle minoranze linguistiche". Dopo il comunicato con cui la coalizione annunciava durante la campagna elettorale che mai avrebbe sostenuto un eventuale governo Meloni, oggi Manes precisa: "Il dialogo deve essere con tutte le forze, nell'ottica di portare a casa risultati su specifici dossier".
Subito gli tende la mano Spelgatti, leghista e già governatrice. Sarà la prima donna eletta nella regione alpina a sedere al Senato. "Per noi è una vittoria storica. Adesso si inizierà a lavorare per la Valle d'Aosta. Credo che ci sarà una grande collaborazione con l'eletto alla Camera, con Manes". Come candidata al Consiglio regionale, nel 2020 Spelgatti era stata la persona più votata. Questa volta la vittoria sul politologo Patrik Vesan, proposto dal Pd agli alleati della lista Vallée d'Aoste, è stata confermata solo all'ultima sezione scrutinata: 18.509 voti per Spelgatti (34,05%) contro i 18.282 (33.63%) raccolti dal docente universitario, che si è autodefinito un "outsider". "Peccato che sia mancata quella manciata di voti per fare il 2-0", dichiara il presidente della Regione, Erik Lavevaz, come Manes uomo dell'Union valdotaine . "Siamo andati vicino - spiega - a un risultato storico, perché il momento è molto difficile e la politica nazionale nelle elezioni politiche anche qui ha un vantaggio importante rispetto ai movimenti autonomisti". A parità di aventi diritto al voto, Manes ha ottenuto circa 2.500 consensi più di Vesan, che si è trovato a giocare una partita complessa. In corsa per un posto a Palazzo Madama c'era anche l'ex senatore ed ex presidente della Regione Augusto Rollandin. Con la propria lista 'Pour l'autonomie', nata due anni fa dopo l'abbandono dell'Union valdotaine, oggi ha raccolto 7.272 voti, pari al 13,38%. Consensi che, conferma Lavevaz, sulla sconfitta di Vesan "sicuramente sono pesati".