'Motivazione carente, non basta aver portato pusher a spacciare'
La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte d'Appello di Torino la sentenza di condanna per due delle sette persone coinvolte nel processo relativo all'operazione 'Feudora' su un giro di cocaina ed eroina in Valle d'Aosta durante il lockdown della primavera 2020.
Si tratta di Christian Bredy, di 45 anni, di Sarre, e Adriana Chiambretti, 69 anni, di Aosta. Nei loro confronti, scrive la terza sezione penale, "la sentenza impugnata offre una motivazione carente in una prospettiva di accertamento della colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio".
A Bredy in appello erano state concesse le attenuanti generiche e la pena era stata rideterminata in due anni e dieci mesi di reclusione e 12.600 euro di multa, dopo una condanna in primo grado a quattro anni e sei mesi di reclusione e 18.000 euro di multa. Secondo la Cassazione l'aver accompagnato con la propria auto una donna che poi ha ceduto dosi di eroina e hashish e l'aver assistito a una conversazione tra pusher e acquirente "non sono circostanze di che, di per sé sole, possono dirsi indicative, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza di facilitare gli spostamenti della donna per effettuare consegne di droga". Allo stesso modo, l'essere in sua compagnia quando è stata trovata in possesso dello stupefacente, averla ospitata insieme alla droga non possono far dichiarare "al di là di ogni ragionevole dubbio" la "consapevolezza di assicurare alla donna sicurezza o collaborazione nella sua condotta di detenzione illecita".