Emesse interdittive anche nei confronti di gestori di alberghi
"È evidente pertanto che la Valle d'Aosta rientri fra le Regioni elette dalle mafie quali aree in cui orientare le proprie mire espansionistiche per ampliare gli investimenti e inserirsi in mercati ove reinvestire i capitali illeciti". Lo segnala la Dia nella relazione del ministro dell'Interno al Parlamento per il primo semestre 2021. "A conferma di tale livello di radicamento - si legge - nel semestre di riferimento sono stati adottati alcuni provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di ditte operanti prevalentemente nel commercio all'ingrosso e al dettaglio di autovetture e di autoveicoli, nell'allevamento di bestiame, nonché nella gestione di strutture alberghiere, di ristorazione ed altro".
Inoltre "sebbene sul territorio valdostano non si siano avuti recenti riscontri circa la presenza strutturata di soggetti vicini a consorterie criminali organizzate di altre matrici anche straniere si registrano tuttavia alcuni episodi di traffico e di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di sfruttamento della prostituzione ad opera di cittadini stranieri tra l'altro in collaborazione con elementi locali. Infine" la regione è "una via di transito" per gli irregolari diretti in Francia.
La Dia ricorda che "da diverso tempo si ha contezza circa insediamenti 'ndranghetisti attivi": cita l'operazione Geenna, il commissariamento di Saint-Pierre e la confisca di beni per oltre 1 milione di euro al ristoratore aostano Antonio Raso.