Covid, presidente Vda a ministro: tolleranza su soglie

Valle D'Aosta
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Lavevaz scrive a Speranza su sistema colori

Il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, ha scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere che, per la regione alpina, "nelle regole di conteggio delle occupazioni dei reparti venga inserito un margine di tolleranza pari a un piccolo numero di ricoveri, in modo da evitare che distorsioni statistiche abbiano conseguenze sostanziali nella valutazione". In particolare Lavevaz chiede "che venga consentito un margine di almeno cinque ricoveri per la terapia intensiva e di 20 per l'area medica che possano essere esclusi dai calcoli per l'occupazione". 

In particolare la situazione attuale della Valle d'Aosta, "unica 'zona arancione' sul territorio nazionale, è frutto - secondo il presidente Lavevaz - di una distorsione legata ai piccoli numeri della nostra realtà. Con i 33 posti disponibili in terapia intensiva, ciascun caso di ricovero porta a un incremento del 3% dell'occupazione totale: si tratta di un'evidente distorsione, che con le norme in vigore può avere conseguenze gravissime per tutto il sistema regionale.
Questo si è verificato la scorsa settimana, quando un singolo ricovero non-covid (persona ospedalizzata per politrauma, poi rivelatasi positiva al Covid-19) ha fatto passare la percentuale di occupazione delle terapie intensive dal 18% al 21%, portando alla zona arancione per il territorio regionale.
Inoltre "attualmente, il sistema sanitario valdostano offre il più alto numero di posti in terapia intensiva rispetto alla popolazione: i dati Agenas - riporta Lavevaz - evidenziano come i letti già disponibili siano 26,6 ogni 100.000 abitanti, rispetto a una media nazionale di 16,3. Si tratta di una situazione virtuosa e non ulteriormente migliorabile in tempi stretti: nonostante questo, un incremento di 4 casi può portare la Valle d'Aosta dalla zona gialla (6 ricoveri, pari al 18%) alla zona rossa (10 ricoveri, pari al 30,1%). Anche eventi accidentali o puntuali porterebbero a ingiustificati cambiamenti di scenario, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico".
   

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