Clima: ogni anno perso ghiacciaio grande come centro Aosta

Valle D'Aosta
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Fondazione CIMA, Vda è laboratorio per tutto il Paese

"I cambiamenti climatici sono ormai associati alla salute dell'uomo, l'Oms stima che gli impatti sull'ambiente determinano una morte su quattro questo ci fa riflettere: riguardano la vita stessa e le condizioni di salute di ciascuno di noi". A dirlo è Igor Rubbo, direttore generale dell'Arpa Valle d'Aosta, in occasione della presentazione del report "Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta", curato dal Centro funzionale e Arpa, in collaborazione con Fondazione Cima e Fondazione Montagna sicura e del testo "Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici della Regione Valle d'Aosta", curato dal dipartimento Ambiente e Arpa. " La Valle d'Aosta si presta per quello che ha fatto fino a ora, a essere un laboratorio di studi importante, non solo per la regione ma per tutto il Paese", spiega il presidente della Fondazione CIMA Luca Ferraris.
    Rispetto alle previsioni del report Edoardo Cremonese, tecnico Arpa, spiega: "Nella nostra regione dobbiamo aspettarci che la quantità totale di acqua che cade in un anno non cambi ma che cambierà la sua distribuzione stagionale, avremo meno acqua in estate". Questo ha impatti sulla neve: "Meno a bassa quota e ad alta quota di più, quindi minor stock idrico conservato nella neve a fine inverno".
    Nella situazione attuale, "ogni anno perdiamo l'equivalente del centro città di Aosta di ghiacciai, in termini di km quadrati - spiega Jean-Pierre Fosson, della fondazione Montagna sicura - questo incide sul bilancio di massa, indicatore di quanto si perde in termini di risorse idriche".
    Le strategie di adattamento prevedono "di coordinare tutti i settori socioeconomici coinvolti e immaginando una regione più sostenibile ragionando sia sul breve ma anche sul lungo periodo", spiega Luca Franzoso, coordinatore Dipartimento ambiente.
   

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