Rifiuti: discarica Pompiod, Cassazione nega dissequestro

Valle D'Aosta

Respinta richiesta società Ulisse 2007

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   La Corte di Cassazione ha negato il dissequestro della discarica di Pompiod, nel Comune di Aymavilles, al centro di un'indagine su un presunto smaltimento illecito di rifiuti. I giudici della terza sezione penale hanno infatti respinto la richiesta di revocare l'ordinanza del 5 giugno 2020. All'epoca il gip di Aosta aveva confermato il sequestro preventivo disposto dalla procura dopo il venire meno delle esigenze di quello di tipo probatorio (cioè le analisi condotte dal consulente tecnico degli inquirenti).
    A proporre ricorso erano stati la Ulisse 2007 srl, società che gestisce la discarica, Umberto Cucchetti, nato a Gattinara (Vercelli), di 41 anni, amministratore unico e legale rappresentante, Maria Antonietta Dellisanti, nata a Torino, di 54 anni, direttore tecnico.
    Il sito è sotto sequestro dal 19 novembre 2019, nell'ambito di un'indagine della guardia di finanza e del corpo forestale.
    Dall'agosto 2018 all'agosto 2019, secondo la procura di Aosta, a Pompiod sono state conferite oltre 3.000 tonnellate di materiale contente sostanze come mercurio, fibre di amianto, idrocarburi pesanti, utilizzandola "di fatto, come discarica per rifiuti speciali non pericolosi in luogo di inerti". La prossima udienza del processo è in calendario il 27 maggio. 

Tra i motivi del ricorso - per la maggior parte formali - era stato lamentato che "i rifiuti oggetto di addebito nella provvisoria imputazione" erano "conformi all'autorizzazione in virtù della quale la Ulisse 2007 srl aveva gestito la discarica, essendo ammesso il conferimento di rifiuti costituenti terre e rocce da scavo, anche se provenienti da siti contaminati, purché previamente caratterizzati e nel rispetto dei valori" prevista da una normativa. Inoltre i valori di "Csc (Concentrazione soglia di contaminazione) erano stati indicati dalla società, ai soli fini della quantificazione della ecotassa, nella relazione annuale presentata alla Regione Valle d'Aosta". Su questo punto la Suprema Corte scrive che il gip di Aosta "ha richiamato - condividendole - le conclusioni di un'articolata relazione di consulenza tecnica che attesta l'incompatibilità con una discarica per inerti come quella di specie di rifiuti, in essa pur tuttavia conferiti, in cui sono stati riscontrati amianto, antimonio e fenoli. Le doglianze al proposito mosse in ricorso attengono, a ben vedere, alla logicità delle conclusioni del perito - recepite nell'ordinanza - anche rispetto all'interpretazione delle prescrizioni contenute nel titolo autorizzatorio, prospettiva, quest'ultima, che all'evidenza attiene al sindacato sulla motivazione in questa sede precluso".

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