In relazione ministro Interno a Parlamento si ripercorre Geenna
"E' evidente, nel contesto descritto, che anche l'aostano rientri a pieno titolo fra quelle aree che i gruppi mafiosi hanno eletto quali zone in cui dirigere le loro mire espansionistiche, per ampliare le tipologie di investimento e inserirsi in mercati ove riciclare e reinvestire ingenti capitali illeciti". Lo si legge nella relazione del ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività e i risultati della Direzione investigativa antimafia nel primo semestre 2020.
Nel paragrafo riferito alla Valle d'Aosta, la Dia ricorda che "l'attività investigativa ha rivelato, nel dettaglio, l'esistenza nel capoluogo valdostano di un vero e proprio locale di 'ndrangheta, riconducibile alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca (RC)", come emerso dall'operazione Geenna, da cui è scaturito anche il commissariamento di Saint-Pierre, il primo comune sciolto per infiltrazioni mafiose in Valle d'Aosta.
Dall'inchiesta di Dda di Torino e carabinieri del Nucleo investigativo di Aosta e del Ros erano scaturiti gli approfondimenti della Dia con cui era state sequestrate "quote di partecipazione in tre società aostane e due immobili siti in Aosta, oltre ad altri beni mobili e rapporti finanziari del valore complessivo stimato in oltre 1 milione di euro" al ristoratore Antonio Raso, condannato poi a 13 anni di carcere in primo grado per associazione mafiosa.
Tuttavia, si legge nella relazione, "già da tempo si era avuta contezza della presenza di insediamenti 'ndranghetisti in Valle d'Aosta, in quanto importanti risultanze investigative, come l'inchiesta 'Minotauro' della Dda torinese del 2011, avevano mostrato chiari segnali sull'operatività di soggetti contigui alle consorterie calabresi Iamonte, Facchineri e Nirta, sebbene all'epoca non venisse accertata la costituzione di locali".
La Dia ricorda poi l'arresto per droga di Giuseppe Nirta, di 68 anni, "soggetto originario di San Luca (Rc) ritenuto contiguo alla 'ndrina Nirta", nell'ambito dell'operazione Feudora della guardia di finanza. "Nel territorio valdostano non si sono avuti recenti riscontri circa la presenza di soggetti vicini ad altre matrici mafiose, né si ha al momento contezza circa la sussistenza di presenze strutturate di criminalità allogena".