Regione chiede rigetto e di vagliare costituzionalità Dpcm
L'avvocatura dello Stato per conto del governo ha confermato la richiesta alla Corte costituzionale di annullare la legge "anti-Dpcm" della Valle d'Aosta sulle aperture di attività economiche e sociali. Mentre la Regione, con i suoi legali, ha chiesto il rigetto. E in una memoria ha invitato la Consulta a sollevare davanti a se stessa la questione di costituzionalità,per l'ampio spazio dato ai Dpcm nella gestione della pandemia.
Quello di oggi è il secondo round che si consuma davanti alla Consulta, che il 14 gennaio su richiesta del governo aveva sospeso in via d'urgenza gli effetti della legge regionale, anche considerato "il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per la salute delle persone". In attesa della decisione sul merito - che dopo l'udienza pubblica di oggi dovrebbe arrivare in tempi stretti- la Corte aveva osservato che la materia della profilassi internazionale è riservata alla competenza esclusiva dello Stato (articolo 117, secondo comma, della Costituzione). Il che però non esclude diversificazioni regionali della disciplina, adottate nel quadro di una leale collaborazione tra Stato e Regioni.
Era stato il governo Conte 2 a impugnare la legge della Valle d'Aosta, sostenendo che la Regione avrebbe così messo in campo misure alternative alla sua strategia di contrasto alla pandemia. Misure che contrasterebbero con la competenza statale in materia di profilassi internazionale e con il principio di sussidarietà. Per la Regione è invece è il governo ad aver sbagliato procedendo con i decreti del presidente del Consiglio.
Perchè anche se si riconoscesse che la profilassi internazionale è competenza esclusiva dello Stato, laddove questa incidesse trasversalmente sulle competenze attribuita alle Regioni dovrebbe essere esercitata con atti aventi forza di legge.Non solo: procedendo con i Dpcm il governo avrebbe violato la clausola di salvaguardia delle Regioni a Statuto speciale e in via generale il principio di leale collaborazione, visto che alle Regioni viene chiesto un semplice parere, non invece un'intesa.
Ragioni ribadite durante l' udienza pubblica dall'avvocato della Valle d'Aosta Francesco Saverio Marini, che ha rivendicato alla Regione di aver sempre rispettato il vincolo della normativa statale. Quanto alla sospensione degli effetti della legge decisa dalla Consulta per scongiurare la possibilita teorica di aggravamento della diffusione della pandemia "quel pericolo non c'era. A due settimane dall'ultima ordinanza i dati ci dimostrano che avevamo ragione: abbiamo avuto una riduzione dei casi molto più significativa delle altre regioni - ha sottolineato il legale - al punto da valutare l'inserimento della Valle d'Aosta nella cosiddetta zona bianca".
Per l'Avvocato dello Stato Sergio Fiorentino le cose non stanno così."Ci muoviamo nel campo della competenza esclusiva dello Stato e il vincolo alle competenze regionale è interamente nei decreti legislativi. I Dpcm sono atti che all'interno di questo perimetro adeguano la regolazione al variare della situazione di fatto, tipica delle pandemie". Di qui l'auspicio che "la Corte chiarisca che le competenze statali si impongono non solo su quelle della Valle d'Aosta ma anche di altre Regioni a statuto speciale".