Casinò: commissario giudiziale, tempi più lunghi per concordato

Valle D'Aosta

"Causa Covid dovrà andare oltre il 2023"

"Il momento storico attuale ispira a ritenere" che solo un piano di concordato "che preveda un periodo temporale più ampio, possa garantire ai creditori un maggiore e migliore soddisfacimento; senza per questo impedire che, nel caso in cui la ripresa consenta flussi straordinari, gli stessi creditori possano essere pagati antecedentemente alle scadenze previste dal piano". Lo scrive il commissario giudiziale Ivano Pagliero nella relazione sulla nuova procedura di concordato preventivo aperta per la Casinò de la Vallée spa (Cava) lo scorso 20 novembre dal tribunale di Aosta, dopo che la prima era stata revocata a luglio dalla Corte d'Appello di Torino. Inoltre Pagliero ritiene che "la continuità possa essere mantenuta operando con cautela, come è stato fatto sino ad ora, dal 2019 in poi" e che la stessa continuità "salvaguardi i posti di lavoro dei dipendenti; circostanza questa, tra le più importanti".
    La proposta della società (sulla quale i creditori dovranno esprimersi in tribunale il prossimo 9 marzo) prevede il pagamento integrale dei crediti prededucibili, il pagamento integrale dei creditori privilegiati e "un soddisfacimento in misura, almeno, pari all'80%, per i creditori chirografari", in "un orizzonte temporale, strettamente connesso al completamento del piano industriale di prosecuzione dell'attività, con durata sino al 2023".

Il commissario giudiziale Pagliero, si legge nella sua relazione, ritiene che “un piano concordatario basato sui flussi di cassa ed articolato su una durata sino al 2023, sia, allo stato, necessariamente penalizzante. L’ipotesi che il piano si concluda nel 2023 avrebbe potuto avere un suo fondamento laddove nel corso dell’anno 2021 si fosse definitivamente superata, in tempi molto celeri, la problematica Covid”. Ma “di fatto così non è; e neppure vi sono ipotesi concrete circa l’effettiva copertura di tutta la popolazione a livello di vaccini (nel corso dello stesso 2021). Quindi il piano, proposto” dalla società Casino, “si articola su tre anni di cui uno, il 2021, assolutamente incerto e privo di ogni concreta aspettativa”.

Riguardo a possibili alternative al concordato, l’attestatore del piano, il commercialista Luca Poma, segnala che “assumendo i valori di possibile realizzo indicati dalla Società nel ricorso si evince che in sede fallimentare gli organi della procedura potrebbero realizzare somme per il soddisfo del ceto creditorio chirografario forse nella misura del 10%” e in ogni caso “l’attivo fallimentare sarebbe realizzato con tempistiche allo stato difficilmente prevedibili, ma certamente non brevi”.


   

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