Nell'aprile 2020 andò in ospedale per tampone ma fu denunciato
Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Maurizio D'Abrusco ha assolto perché il fatto non sussiste un medico ospedaliero che era accusato di aver violato gli obblighi di isolamento per le persone positive al coronavirus (previsti dal decreto legge 19 del 25 marzo 2020).
La procura aveva chiesto una condanna a due mesi di reclusione.
I fatti risalgono al periodo tra il marzo e l'aprile del 2020, nel pieno della prima ondata di Covid-19.
Completamente asintomatico, era risultato positivo al coronavirus. Un secondo tampone, il 6 aprile, aveva fatto emergere una debole positività. Il suo medico di medicina di generale gli aveva quindi detto di sottoporsi a un nuovo test 72 ore dopo. Quel tampone però, destinato a una laboratorio di analisi fuori regione, era stato perso. Così il suo primario gli aveva suggerito di arrivare in auto fino alla tenda fuori dall'ospedale Parini, senza avere contatti con altre persone, per sottoporsi a un nuovo esame, che era poi risultato negativo.
Lì però un carabiniere lo aveva controllato e denunciato per aver violato l'isolamento. Il medico era poi rientrato al lavoro il giorno di Pasquetta.
La difesa, rappresentata dall'avvocato Corrado Bellora, ha evidenziato come il medico imputato, al momento del controllo, fosse negativo per forza dato che dopo nove giorni di asintomaticità (in quella situazione ne erano trascorsi 13) non ci sono in letteratura casi di virus ancora attivo. Inoltre, con le più recenti disposizioni, il medico oggi non avrebbe commesso un illecito, in quanto ci si può recare con un mezzo proprio per sottoporsi a tampone.