Dopo petizione da 13 mila firme contro arrivi da altre regioni
Il Consiglio regionale ha preso atto della petizione popolare promossa dal Comitato 'La Valle non è una discarica', che ha raccolto 13 mila firme per contrastare l'arrivo in Valle d'Aosta di rifiuti industriali speciali non pericolosi prodotti in altre regioni, e ha approvato all'unanimità tre risoluzioni collegate. Due testi sono stati presentati dalla Lega Vda ed emendati su proposta dell'assessore all'Ambiente, Chiara Minelli. Il primo impegna il governo regionale, in particolare l'assessore competente, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire un percorso amministrativo volto a richiedere l'implementazione di un sistema di controllo radiometrico finalizzato alla rilevazione della radioattività, per evitare che arrivino all'impianto di Chalamy, Pontey e Pompiod (accidentalmente) rifiuti che, anche naturalmente, possono presentare criticità per concentrazione di radioisotopi. Il secondo impegna l'assessore, anche in considerazione della revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire uno specifico Piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, coordinato dalla Regione, che preveda, disciplini e programmi le attività future che le strutture regionali, l'Arpa, il Corpo forestale o ogni altro ente, agenzia o organismo competente, potranno mettere in atto per il controllo delle modalità con le quali vengono svolte le attività di esercizio delle discariche di rifiuti speciali in tutte le relative fasi.
La terza risoluzione approvata è stata depositata dai gruppi Av-Sa, Uv, Pcp e VdA Unie e impegna il governo regionale, in sede di revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, a proseguire nel solco del percorso tracciato dalla legge regionale 3/2020 al fine di limitare sul territorio regionale il conferimento di rifiuti speciali di provenienza extraregionale nel rispetto delle indicazioni dei territori comunali coinvolti.
La terza Commissione, ha spiegato il presidente, Albert Chatrian, "auspica che l'intervento normativo avvenuto con la legge regionale 3/2020" sia "riconosciuto dalla Corte costituzionale come legittimo, affinché possa continuare a trovare puntuale applicazione nella nostra regione".