Cime bianche, comitato invia diffida su progettazione funivia

Valle D'Aosta

"Regione e Monterosa spa proseguono aggressione a montagna"

Una formale diffida a dare corso a qualsiasi attività di progettazione che riguardi la realizzazione di impianti di risalita nel Vallone delle Cime Bianche: è quanto il comitato 'Ripartire dalle Cime Bianche' e le maggiori associazioni di tutela dell'ambiente montano (CAI, Cipra Italia, Mountain wilderness, Wwf, Legambiente VdA, Federazione pro natura e Lopi), hanno inviato nei giorni scorsi ai soggetti promotori (assessorato regionale all'Ambiente, Monterosa spa ed enti locali coinvolti), alla procura regionale della Corte deI Conti e all'Anac.
    Scadono, infatti, lunedì prossimo 14 dicembre 2020 - ricorda il comitato - i termini per la presentazione delle offerte per l'effettuazione degli studi preliminari relativi al collegamento funiviario Ayas/Cervinia nel Vallone delle Cime Bianche per un importo a base d'asta di circa 750.000 euro.
    Il Bando è stato pubblicato dalla società Monterosa lo scorso mese di ottobre, "contemporaneamente alla pressante richiesta rivolta agli enti locali per ottenere nuove risorse finanziarie al fine di evitare la chiusura di stazioni sciistiche minori (Brusson, Champorcher, Gressoney-Saint-Jean)".
    "Mentre, nel pieno della seconda ondata della pandemia Covid- 19, le regioni alpine - denuncia il Comitato - rivolgono appello al governo nazionale affinché la montagna non sia considerata unicamente per gli impianti di risalita e quale parco giochi per la città - ma anche e soprattutto per il patrimonio di biodiversità che rappresenta, e per un'offerta turistica molto più ampia dello sci da discesa (passeggiate a piedi e con le ciaspole, relax, sci di fondo, scialpinismo, immersione nella natura, cultura, artigianato, enogastronomia) - la Regione Valle d'Aosta e le società partecipate Monterosa spa e Cervino spa proseguono imperterrite sulla strada perdente dell'aggressione alla montagna, perfino nelle aree sottoposte a specifica tutela, e individuate dall'Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione stessa come meritevoli di conservazione: sotto questo profilo le associazioni segnalano l'ipotesi di danno erariale, connesso al finanziamento di un progetto che prevede la realizzazione di impianti su un'area in cui questi sono vietati".
   

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