Valanga Pila: istruttore Cai, valutammo tutte le condizioni

Valle D'Aosta
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Imputato per 2 morti nel 2018, "zona mi sembrava adatta a corso"

"Abbiamo scelto quella zona perché mi era sembrata adatta al corso che stavamo facendo, io conosco bene la Valle d'Aosta. Quell'itinerario non lo avevo mai affrontato ma altri due istruttori sì. Abbiamo valutato tutte le condizioni, meteo comprese". Così in aula Vittorio Lega, di 50 anni, di Imola (Bologna), istruttore nazionale Cai di scialpinismo di Faenza e direttore del corso avanzato di scialpinismo della scuola Cai 'Pietramora' (delle sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini), durante il processo per la valanga che il 7 aprile 2018, sul Colle di Chamolé, vicino a Pila, uccise due scialpinisti che partecipavano alla sua escursione. E' accusato di disastro e omicidio colposi insieme ad altri cinque istruttori, con cui secondo la procura di Aosta aveva organizzato l'uscita al rifugio Arbolle: Leopoldo Grilli (46), di Imola, Alberto Assirelli (52), di Ravenna, Paola Marabini (58), di Faenza (Ravenna), Giacomo Lippera (48), di Chiaravalle (Ancona), e Matteo Manuelli (45), di Imola, questi ultimi due travolti e feriti.
    "L'uscita - ha aggiunto Lega - era prevista per il fine settimana. Nei giorni precedenti il pericolo valanghe da tre era sceso a due e secondo le mie valutazioni, essendo aprile, il tempo affinché la neve si assestasse dopo le nevicate dei giorni precedenti c'era". In questo senso, "io ero il direttore ma assieme agli altri istruttori abbiamo sempre condiviso le decisioni". Rispetto a itinerari alternativi, ha detto che il gruppo avrebbe dovuto "attraversare pendi ripidi, sotto vento, in questo modo si sarebbe allungato molto il tragitto. E avrebbe comportato rischi maggiori".
    Descrivendo il momento del distacco della valanga, ha ricordato: "Stavo procedendo davanti di dieci metri quando sono stato travolto per una trentina di metri. Sono subito riuscito a uscire dalla neve. Nei dieci minuti in cui abbiamo atteso i soccorsi abbiamo individuato tutte le quattro le persone che erano rimaste sepolte, due le abbiamo liberate noi". Inoltre "ho assistito il gruppo in tutte le fasi, da quando siamo partite alla salita. Non ci sono stati segnali di pericolo per una valanga, come rumori di scarico di neve, e vento significativo".

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