Covid: ritardi nei tamponi, scatta protesta in Valle d'Aosta

Valle D'Aosta

Rinascimento Vda, ingiustificabili ritardi anche su quarantena

Difficoltà a prenotare il tampone, sia per accertare la malattia sia per dichiarare la guarigione.
    Ma anche ritardi nel ricevere i risultati dei test e nel notificare le ordinanze sulle quarantene. Monta la protesta in queste ore in valle d'Aosta sulle modalità di effettuazione e di comunicazione dell'esito per i tamponi relativi all'infezione da coronavirus.
    "Mio marito, risultato positivo a Covid-19 il 21 ottobre, è diventato asintomatico a partire da lunedì 26 ottobre - racconta Ilaria Cannata - e il 29 ottobre, su indicazione del proprio medico curante, ha contattato il numero non emergenze del Cus per richiedere la programmazione del tampone di accertamento della guarigione. Gli hanno detto di rivolgersi al servizio di Igiene Pubblica che, a seguito di conversazione telefonica, lo ha invitato a scrivere una e-mail. Non avendo ricevuto risposta ed essendo asintomatico da 8 giorni, rientrando quindi ampliamente nelle condizioni che prevedono l'esecuzione di test molecolare per permettere il rientro in comunità, ha contattato nuovamente il Servizio Igiene che questa volta gli ha fornito il numero di cellulare aziendale del responsabile o in alternativa lo ha inviato a chiamare il Cus. Al numero di cellulare non ha risposto nessuno e al Cus gli hanno detto di chiamare il centralino del centro ospedaliero dove gli è stato detto di rivolgersi all'Ufficio Igiene". Una sorta di cortocircuito che "va avanti da giovedì scorso: la nostra famiglia è separata dal 18 ottobre, mio marito è bloccato in un altro alloggio senza sapere se è negativo. Sono comprensibili i ritardi, ma che non vengano date risposte agli utenti non è da Paese civile".
    Sul tema dei tamponi è intervenuto anche Rinascimento Valle d'Aosta denunciando "l'ingiustificabile e pericoloso ritardo da parte del Sindaco di Aosta nella emanazione e notifica delle ordinanze e contro ordinanze di quarantena agli interessati: il primo caso corrisponde a un vero e proprio rischio sanitario in quanto soggetti positivi non sono formalmente inibiti da uscire e a condurre comportamenti a rischio di contagio; il secondo impatta sia sulla libertà e la stabilità psicologica, sia da un punto di vista economico". 
   

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