Ex Hotel Lanterna, Cassazione conferma proprietà Stato

Valle D'Aosta

Respinto ricorso Regione Valle d'Aosta

Respingendo il ricorso della Regione Valle d'Aosta contro il Ministero dell'Interno, la Corte di Cassazione (seconda sezione civile) ha confermato la sentenza con cui, nel maggio 2017, la Corte d'Appello di Torino ha stabilito che la struttura immobiliare dell'ex Hotel Lanterna di Saint-Pierre è di proprietà dello Stato.
    I giudici di secondo grado avevano sancito la proprietà dello Stato in quanto l'immobile è parte della Riserva Fondo lire U.n.r.r.a. (United Nations Relief and Rehabilitation Administration), "costituita in attuazione dell'Accordo internazionale 8 marzo 1945": quindi l'edificio "è assoggettato a vincolo di destinazione non disponibile dallo Stato, e perciò non può rientrare tra i beni patrimoniali che l'art. 6 dello Statuto di autonomia attribuisce alla Regione". Nel 2015 la trasformazione dell'ex Hotel Lanterna in hub per migranti era stato inserita nella roadmap presentata dal governo italiano al'Ue nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione.

La Regione Valle d’Aosta sosteneva che l’articolo 6 dello Statuto di autonomia – secondo cui “i beni immobili patrimoniali dello Stato, situati nella Regione, sono trasferiti al patrimonio della Regione” – “non contempla limitazioni per ragioni connesse alla destinazione dei beni stessi”. Il Ministero dell’Interno invece ha opposto il “vincolo di destinazione gravante sull'immobile e l'efficacia temporale della norma statutaria, limitata ai beni esistenti nel territorio regionale al momento dell'entrata in vigore della legge costituzionale n. 4 del 1948, di approvazione dello Statuto di autonomia”.
Secondo la Suprema Corte “si deve escludere che l'art. 6 dello Statuto di autonomia operi in modo automatico il trasferimento dei beni immobili di proprietà dello Stato situati nel territorio regionale, tanto più considerando che l'attuazione delle norme statutarie della Regione autonoma Valle d'Aosta, anche prima della modifica apportata con legge costituzionale n. 2 del 1993, è avvenuta secondo il modello collaborativo, poi recepito nell'art. 48-bis dello Statuto, in forza del quale la Regione ha il potere di avviare la trattativa finalizzata ad ottenere la norma di attuazione in sede di commissione paritetica e, nel caso di inerzia dello Stato, di ricorrere davanti alla Corte costituzionale per violazione del principio di leale collaborazione”.
Nel giudizio di primo grado, del 2014, il tribunale di Torino aveva accolto la richiesta della Regione, avanzata dopo che il Ministero dell’Interno aveva messo in vendita la struttura.
 
   

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