Boom contagi Val d'Aosta, secondi solo a Lombardia

Valle D'Aosta
@ANSA

Medico, virus portato da turisti. Ospedale a rischio collasso

(di Benoit Girod)

Un'incidenza di contagi che è la più alta d'Italia, dopo quella della Lombardia, e un unico ospedale regionale che è quasi al collasso. E' allarme in Valle d'Aosta dopo che gli ultimi dati segnalano 177 positivi al Covid-19, più di 1,4 su mille abitanti. Una diffusione che ha già mietuto tre vittime e che sta saturando velocemente l'offerta di assistenza sanitaria.
    La regione alpina, con una popolazione di poco meno di 126 mila abitanti, è passata in pochi giorni dall'euforia di una stagione turistica invernale record alla paura di un contagio generalizzato e fuori controllo. Tanto che il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha emesso il 15 marzo un'ordinanza in cui sostanzialmente si bloccano i confini regionali, chiudendone l'accesso ai non residenti.
    "Il dato dei contagi è preoccupante, ma dobbiamo precisare che abbiamo tanti positivi anche perché siamo tra le regioni che, in rapporto alla popolazione, hanno effettuato un alto numero di tamponi", spiega Luca Montagnani, coordinatore sanitario dell'emergenza in Valle d'Aosta. Ma questo non basta a spiegare l'accelerazione: "Vuole che le dica la verità? Ecco: la prima settimana di chiusura delle scuole è stata presa da tutti come una settimana di vacanza e ci siamo riempiti la Valle di persone che volevano venire a sciare", aggiunge Montagnani. Prima che gli impianti fossero chiusi, sono proprio le folle, soprattutto di lombardi, che si sono assiepate a inizio marzo sulle piste da sci di Courmayeur, Breuil-Cervinia e del Monte Rosa le principali indiziate di una diffusione del virus che si sta manifestando in questi giorni, dopo il periodo di incubazione.
    Complici un innevamento come non si vedeva da anni e splendide giornate soleggiate, nelle code agli impianti, nei locali sulle piste e nella movida delle località vip si sono moltiplicati i contatti, potenzialmente veicoli di diffusione del coronavirus. Senza contare che, anche dopo le restrizioni del Governo, molti proprietari di seconde case si sono fermati in montagna, preferendola alla clausura cittadina. E ora l'emergenza sulle Alpi si sta facendo grave.
    Smontando in tempi record i reparti di Neurologia, Chirurgia, Gastroenterologia e Ortopedia, nel nosocomio aostano è stato allestito un maxi reparto Covid isolato con un centinaio di letti. Ma questo potrebbe non bastare: dei 20 posti in rianimazione la metà è già occupata. Inoltre, per il trattamento sub-intensivo ci sono ancora solo sei posti, mentre l'ala destinata ai 'sospetti', in attesa dell'esito del tampone, è ormai piena. "Abbiamo ancora una sola opzione di allargamento per ulteriori 20 posti, poi lo spazio dell'ospedale è esaurito", racconta Giulio Doveri, primario di Medicina interna, impegnato in queste ore nella corsa contro il tempo per la riorganizzazione delle strutture. "Le risorse sono alle stremo - spiega - basti pensare che abbiamo dovuto quintuplicare le guardie notturne dei medici, tutti stanno facendo il possibile e anche qualcosa in più, speriamo che arrivi presto il picco, altrimenti non so come potremo gestire la situazione". 
   

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