La prima udienza preliminare è fissata a Torino il 12 dicembre
La Regione autonoma Valle d'Aosta si costituirà parte civile nel processo, che si svolgerà a Torino, relativo all'inchiesta Geenna sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale, designando l'avvocato Renzo Cocchi del Foro di Torino. Sono 20 gli imputati, tra cui il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara, il consigliere comunale di Aosta sospeso Nicola Prettico e l'ex assessore comunale a Saint-Pierre Monica Carcea. La prima udienza preliminare si svolgerà il 12 dicembre prossimo.
Le indagini di Dda di Torino, carabinieri del Gruppo Aosta e del Ros si sono concentrate sulla presenza di un locale di 'ndrangheta ad Aosta. L'operazione era scattata il 23 gennaio e l'inchiesta era stata chiusa lo scorso agosto.
La Giunta regionale ritiene che "la costituzione in questo procedimento sia doverosa, - si legge in una nota - posto che le condotte contestate sono idonee ad alterare l'ordinato svolgimento della vita sociale dei cittadini, degli operatori economici del territorio e suscettibili di influenzare le abitudini della collettività, nonché le normali dinamiche del mercato concorrenziale e delle consultazioni elettorali e considerato che il radicamento, quale emerge dalle approfondite indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, dei Carabinieri del Ros di Torino e del Reparto operativo dei Carabinieri di Aosta, di una "locale" di 'ndrangheta sul territorio valdostano è un fatto che contribuisce a connotare negativamente il territorio valdostano nel suo complesso e a ledere la collettività regionale, della quale la Regione costituisce l'ente esponenziale".
'Ndrangheta: Presidente Vda, da Regione segnale forte - La Regione autonoma Valle d'Aosta, costituendosi parte civile nel processo relativo all'inchiesta Geenna sulle infiltrazioni della 'ndrangheta, "intende dare un segnale forte e concreto contro un reato così rilevante quale l'associazione criminale di tipo mafioso, espressione di un fenomeno che deve essere contrastato non solo dai soggetti a ciò preposti, quali Magistratura e Forze dell'Ordine, ma anche dalle istituzioni democratiche della Repubblica e, in questo caso, la Regione e i Comuni, al fine di preservare il tessuto sociale della comunità regionale". Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione, Antonio Fosson.