Picchiato dopo che figlia piccola aveva urinato in una siepe
Il giudice monocratico Maurizio D'Abrusco ha condannato a un anno, due mesi e cinque giorni di reclusione e a cinque mesi e 10 giorni di arresto e 800 euro di ammenda Paolo Maccari, di 52 anni, titolare di un albergo di Aosta imputato per lesioni personali aggravate e porto ingiustificato di armi od oggetti atti a offendere. Nell'agosto del 2018 un turista inglese, per un guasto dell'auto, era stato accompagnato con moglie e figli nell'albergo di Maccari e, vista l'indisponibilità di una camera, aveva deciso di andare in un'altra struttura.
Di fronte al diniego dell'albergatore di utilizzare i servizi igienici, la figlia di sette anni aveva urinato in una siepe adiacente scatenando - secondo l'accusa - la reazione dell'albergatore, che aveva colpito più volte il turista con un bastone da fiolet da 105 cm. La vicenda era emersa dopo una recensione negativa degli stessi turisti sul sito Tripadvisor, con tanto di foto di Maccari che brandiva un bastone e della schiena del marito con un livido.
Il processo si è svolto con il giudizio abbreviato. Ricordando, durante la sua requisitoria, che Paolo Maccari "ha già un precedente specifico", il pm Sara Pezzetto aveva chiesto una condanna a 18 mesi di reclusione (tenendo conto dello sconto un terzo della pena per la scelta del rito).
"Manca l'elemento costitutivo del reato" di lesioni personali, "manca la certificazione della malattia", ha detto nella propria arringa l'avvocato difensore, Andrea Balducci. "Non c'è prognosi, nonostante la richiesta inviata dalla procura. Al limite si può parlare di percosse, che però sono procedibili per querela", ha aggiunto il legale. La famiglia di turisti il giorno seguente aveva infatti preferito ripartire subito, senza presentarsi in pronto soccorso o sporgere denuncia.
"Chi ha visto i segni (il titolare di un altro albergo, dove la famiglia aveva poi passato la notte, ndr) li ha visti il giorno successivo", quindi potrebbero "essere riferiti ad altro, come al materasso", ha aggiunto il difensore. Per provare che "non si può parlare di porto ingiustificato d'armi", il legale ha "prodotto una planimetria da cui emerge che il cortile" dove è avvenuta la presunta aggressione "fa parte della proprietà". Un'altra testimonianza acquisita era del conducente del carro-attrezzi, che aveva assistito alla scena nel cortile dell'albergo di Maccari.
Lo scorso dicembre lo stesso albergatore aveva consegnato il bastone ai carabinieri del Norm della Compagnia di Aosta, che si erano presentati in albergo con un decreto di perquisizione. Le indagini sono state coordinate dal pm Francesco Pizzato.