"Lugo Perez ha inferto plurime coltellate, voleva uccidere"
"Nell'ipotesi più favorevole per la difesa, Lugo agevolmente disarmava l'avversario e infliggeva la serie di quarantanove coltellate, per cui non ricorrevano le ipotesi prospettate di omicidio preterintenzionale e di eccesso colposo nella legittima difesa". Così la Corte di cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui il 17 luglio 2018 ha confermato la condanna a 13 anni di carcere per Osmany Lugo Perez.
Il cubano, 37 anni, è considerato l'autore dell'omicidio di Elio Milliery, 78 anni, ucciso l'8 maggio 2015 fuori dalla sua baita di La Salle. Per gli ermellini va validata la "corretta qualificazione giuridica del fatto in termini di omicidio volontario, avendo Lugo inferto plurime coltellate, con coltello di notevoli dimensioni" - quindi non l'Opinel di Milliery - "con l'intento di uccidere l'uomo". La disputa nacque dalla "reazione di gelosia" del pensionato al "rapporto sessuale" nella baita tra Lugo - che aveva assunto alcol e cocaina - e l'ex moglie, di cui Milliery era "amico stretto".
Secondo i giudici c'è stato un "continuo richiamo ad ipotesi alternative prospettate dalla difesa, tutte fondate su argomentazioni di natura congetturale, inidonee a formulare un ragionevole dubbio di colpevolezza di Lugo, quali: la natura superficiale della maggior parte delle ferite; la possibilità dell'imputato di uccidere mediante modalità diverse se ne avesse realmente avuto l'intenzione; l'impossibilità di far sparire in breve tempo il coltello", mai trovato, "adoperato per l'uccisione".