Terra Madre: Slow Food Marche presenta progetto per le scuole

Marche
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Basato sul Manifesto Olio Pane Orto di Antonio Attorre

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(ANSA) - ANCONA, 27 SET - Presentato al Salone del Gusto Terra Madre di Torino un progetto educativo che Slow Food Marche svilupperà nei prossimi mesi a partire dalla proposta del Manifesto Olio pane orto elaborato da Antonio Attorre. Lo stesso Attorre ne ha parlato a Torino, presso lo stand della Regione Marche, insieme a Ambra Micheletti e Barbara Alfei dell'Assam (struttura della Regione Marche che si occupa del settore agroalimentare e turistico) L'Istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto, con la dirigente Manuela Germani, ha già aderito allo spirito del progetto e sarà parte attiva nella presentazione, il 18 novembre, del libro Il Mondo dell'olio, edito da Slow Food, di Attorre, Soracco e Ricci, in collaborazione con I Luoghi della Scrittura e Slow Food San Benedetto del Tronto-Valdaso. Per una sensibilizzazione sul valore dell'olio extravergine d'oliva, emblematico della biodiversità vegetale-alimentare marchigiana, ma più in generale per proporre un approccio culturale alla gastronomia, l'ospitalità, il turismo e un supporto formativo per studenti, operatori professionali, appassionati, il progetto educativo coinvolgerà le scuole, a partire dagli Istituti Alberghieri.
    Un progetto "all'altezza dei tempi non facili che stiamo vivendo - è stato detto -, che sappia interpretare con la giusta profondità la recente introduzione della tutela della biodiversità nell'articolo 9 della Costituzione e l'aggiornamento sul valore della dieta mediterranea comprendente gli aspetti sociali e relazionali accanto a quelli nutrizionali" partendo dal Manifesto Olio, pane, orto, che è contro le "mode gastronomiche" e "l'insensatezza di quei menù degustazione che diventano un'accozzaglia di sapori senza un percorso armonico, nella presunta creatività che pretenderebbe per sé lo status artistico ignorando biologia e fisiologia". "Se c'è una cosa che dovremmo aver capito - si legge nel Manifesto - è che mangiare è sempre un fatto culturale che qualifica il nostro rapporto con la biologia. Per questo deve essere libero dalle ottusità nutrizioniste e cercare sempre armonia tra piacere e salute, diffidare delle sofisticazioni industriali ma anche delle astruserie gastronomiche per infinocchiare gli ingenui". (ANSA).
   

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