Rimorchiatore affondato: ex pescatore, morte in mare è peggiore

Marche
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Mondo pesca e porto Ancona si stringe alle famiglie

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(ANSA) - ANCONA, 21 MAG - "La morte in mare è la peggiore che si possa immaginare, bruttissima e solitaria, e sapere che è successo a colleghi che stavano lavorando è straziante". Angelo Raptis, ex pescatore anconetano di 39 anni, oggi operatore portuale attivo nel trasporto dei turisti (con Conero Boat), non si capacita ancora per la morte dei tre marittimi, fra i quali Luciano Bigoni, originario di Civitanova Marche, ma residente ad Ancona, che hanno perso la vita nell'affondamento del rimorchiatore "Franco P." avvenuto mercoledì notte in acque internazionali, tra la costa pugliese e quella croata. "Li conoscevo tutti e tre - spiega all'ANSA-, ma Luciano Bigoni lo conoscevo molto bene, eravamo ex colleghi ed era lo zio di un mio amico morto anche lui prematuramente". Raptis racconta che anche se Bigoni non lavorava più come pescatore ed era diventato un rimorchiatore, "bazzicava ancora l'ambiente dei pescatori.
    Sa, qui noi siamo davvero tutti una grande famiglia, non è solo un modo di dire, qui nel quartiere degli Archi (dove abitano molti pescatori, ndr) ci si conosce tutti, qualcuno viene da Lampedusa, qualcuno da Civitanova come Bigoni. Ora siamo tutti sconvolti per la morte di Luciano e degli altri due colleghi". Luciano "era una persona tranquilla, mai sopra le righe, sempre educata. E' ingiusto che un collega prossimo alla pensione sia morto in questo modo - aggiunge -. Aveva lasciato il mondo della pesca per una vita più tranquilla e per racimolare qualcosa in più per la pensione. Rispetto al lavoro sui pescherecci, quello a bordo dei rimorchiatori è un lavoro più tranquillo: a parte il traffico portuale si naviga quasi sempre vicino, poi gli è capitato di fare questo trasporto fino in Albania, ma a 50 miglia dalla costa, lontano da tutto, non sono riusciti a salvarsi". Una tragedia che lascia sgomento il mondo dei pescatori. "Il sentimento predominante è sconcerto e incredulità - osserva Raptis - anche se siamo consapevoli che può succedere, è una fine che tutti si augurano di non fare mai. Il mondo dei pescatori e degli operatori portuali si stringe alle famiglie di tutte le vittime, mandiamo loro un forte abbraccio e siamo loro vicini, il loro dolore è anche il nostro". (ANSA).
   

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