Gdf Senigallia, 5 ditte in 5 anni. Sequestrati beni per 1,7 mln
Un imprenditore di origine cinese, operante nel settore del confezionamento di abbigliamento ha gestito cinque diverse ditte in cinque anni, formalmente intestate ad altrettanti prestanome, procedendo alla loro sistematica chiusura quale stratagemma per eludere i controlli dell'Erario per gli omessi versamenti dei debiti fiscali, accumulando un debito fiscale pari a oltre 1,7 milioni di euro. Lo ha scoperto la Tenenza della Guardia di Finanza di Senigallia che nelle scorse settimane, su ordine del gip chiesto dalla Procura di Ancona, ha proceduto ad arrestare (arresti domiciliari) l'imprenditore per reati di natura fiscale. I finanzieri hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo, esteso ai cinque prestanome, "per equivalente", fino a concorrenza 1.712.000 euro pari al profitto del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
I sequestri sono stati in seguito confermati dal Tribunale del Riesame: bloccate disponibilità sui conti correnti riconducibili all'indagato, crediti presso terzi per euro 485mila euro, un appartamento nel centro di Bologna, due auto, due furgoni e 133 macchinari per cucire fino a concorrenza del provvedimento magistratuale. L'attività costituisce l'ultima tranche della più ampia operazione "Domino" (68 denunciati) nei confronti di aziende del Senigalliese responsabili di frodi all'Erario nel settore del confezionamento di abbigliamento.
In questo caso le Fiamme gialle avevano ricostruito flussi finanziari per oltre 5,2 milioni di euro, che provenivano da società italiane che commissionavano le lavorazioni, ed eseguito numerose perquisizioni durante gli orari notturni, proprio mentre venivano confezionati i capi di abbigliamento.
Sequestrati vetture, furgoni, copiosa documentazione extra-contabile e macchinari da cucire lasciati in giudiziale custodia presso l'opificio. Rilevata la presenza di sette lavoratori in nero, che ha determinato, a carico dell'imprenditore anche l'applicazione della maxi-sanzione (l'importo massimo applicabile è 75.600). Dopo il sequestro, l'imprenditore aveva costituito una nuova ditta intestata ad altro prestanome, trasferendo la sede in di Pesaro-Urbino, con stessi dipendenti, clienti e fornitori. (ANSA).