Questore Ancona, non è amore, polizia parte attiva rete sostegno
(ANSA) - ANCONA, 31 GEN - Divieto di avvicinamento per un 60enne anconetano alla ex moglie, alla sua abitazione e a tutti i luoghi da lei frequentati, misura aggravata dal divieto di comunicare con la donna, direttamente o indirettamente attraverso qualsiasi mezzo. La misura, rende noto la Questura di Ancona, è stata eseguita dalla Squadra Mobile, che ha indagato sui fatti denunciato dalla vittima, "al culmine di una serie di episodi che aveva inevitabilmente indotto la donna a rivolgersi alla Polizia". Vessazioni, ma anche episodi di violenza fisica, attestati da un certificato medico del pronto soccorso dell'ospedale di Ancona. Nonostante la separazione e il successivo divorzio, l'uomo aveva proseguito la sua azione persistente di minacce ed aggressioni, sempre più frequenti e gravi. I successivi accertamenti e sviluppi investigativi coordinati dalla Procura della Repubblica di Ancona, sono culminati con l'emissione da parte del gip del provvedimento di divieto di avvicinamento, notificato all'indagato nelle ultime ore.
Nel 2021 su 116 donne uccise, "ben 68 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex. Quasi la metà dei figli sopravvissuti aveva già assistito a violenze compiute in ambito intra-familiare. Solo una donna su sette aveva denunciato il suo futuro assassino" rileva la Questura. Le maggiori criticità sono legate ad "una mancata conoscenza dei fattori di rischio e all'incapacità, talvolta anche da parte delle Forze dell'Ordine, di distinguere tra una lite in famiglia e la violenza domestica, con una tendenza a 'calmare gli animi' o tentare riappacificazioni non consigliabili". Da qui l'appello della Polizia di Stato e del questore di Ancona Cesare Capocasa: "Non chiamiamolo Amore. E' indispensabile una risposta in termini di cambiamento culturale. Una cultura nuova che consenta a ciascuna donna di essere libera e di rappropriarsi della propria dignità.
La Polizia di Stato si pone come parte attiva, assicurando il suo contributo per creare quella rete di sostegno ed accoglimento, alla cui base vi è il protocollo di intesa firmato in Prefettura lo scorso novembre per promuovere procedure e strategie condivise, finalizzate ad azioni di contrasto preventive e repressive". (ANSA).