Scuola: insegnante no pass, con obbligo non so che fare

Marche

A Fabriano è sospesa da 3 mesi, obbligo inopportuno

(ANSA) - FABRIANO (ANCONA), 14 DIC - "Risulta sempre più difficile adeguarmi ad una situazione così distante dai principi e dai valori in cui credo e sui quali ho sempre basato la mia professione. D'altro canto, rinunciare ad un lavoro, che ho costruito attraverso anni di studio, che richiede competenze che si costruiscono nell'arco di tanto tempo, e al quale ho dedicato gran parte della vita è un sacrificio grande e doloroso". Dà segni di cedimento Roberta Salimbeni, professoressa di Lettere alla scuola media 'Gentile' di Fabriano, da tre mesi senza stipendio perché senza Green pass: non si è vaccinata e non si è sottoposta tampone. Sperava in un ripensamento del governo sul certificato verde, invece da domani scatta per il mondo della scuola l'obbligo vaccinale. Al momento la docente no pass si riserva di prendere una decisione definitiva. Da quando è stata sospesa dal lavoro, Salimbeni ricorda i momenti di confronto "a volte aspro", altre volte "garbato". Da insegnante, "dico che le priorità sono e sempre saranno il sentimento di umanità, l'accoglienza e il rispetto verso tutti, il diritto alla libertà e al lavoro, diritti che saranno messi ancora di più in discussione, se non completamente cancellati, dall'obbligo vaccinale per alcuni lavoratori, tra cui i docenti. Renderlo obbligatorio mi sembra inopportuno sotto diversi punti di vista". Poco tempestivo - dice -, "perché, se la scuola fosse stata veramente un luogo pericoloso, l'obbligo sarebbe dovuto scattare a settembre". Poco utile, "perché il trattamento (la vaccinazione, ndr), a quanto pare, non immunizza in modo definitivo, ha una durata limitata e presenta numerosi e importanti effetti collaterali". Improponibile "se si pensa che tale obbligo ha come contropartita la sospensione dal lavoro e dello stipendio, riducendo alla fame tante persone preparate, diligenti, competenti e sane e relegandole ai margini della società", conclude Salimbeni. (ANSA).
   

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