Caterpillar: sindacati-Regione, vicenda sul tavolo Governo

Marche

Azienda vuole chiudere sito Jesi. Acquaroli, "sconcertante"

   La vicenda dello stabilimento Caterpillar di Jesi (oltre 260 addetti tra fissi, interinali, 'indiretti' nel sito che produce cilindri idraulici per macchine di movimento terra), di cui l'azienda americana ha annunciato la chiusura venerdì scorso, deve essere portato subito al tavolo del governo nazionale. Questa è una delle indicazioni emerse nel corso di un incontro avvenuto in Regione tra rappresentanti sindacali dei lavoratori, capigruppo consiliari, presidente della Regione Francesco Acquaroli e l'assessore al Lavoro Stefano Aguzzi.
    La Regione, riferisce il presidente Acquaroli, cercherà subito un contatto con i responsabili locali dell'azienda locale per cercare di far rientrare questa procedura; il Consiglio, tramite il presidente Dino Latini, invierà una lettera dei Gruppi ai presidenti di Camera e Senato; Acquaroli ha "pronta una lettera per premier e ministro. "Credo - afferma Acquaroli - che questa vicenda debba andare subito sul tavolo nazionale".
    "La vicenda Caterpillar e sconcertante e inaccettabile - commenta Acquaroli - quello che è avvenuto venerdì scorso è un precedente che rischia di creare un dramma sociale ed economico per il nostro territorio. Credo debba essere portato subito sul tavolo del governo nazionale e delle istituzioni parlamentari, e che in quel contesto si debba subito arginare un'azione unilaterale di una multinazionale che - prosegue il presidente - dopo 94 anni, in due minuti, vuole chiudere una storia sul territorio senza alcun preavviso e senza una ragione che sia riconducibile alla competitività, se non quella di ottenere un maggior profitto dai lavoro della loro azienda. Un precedente inquietante".
    Alcuni lavoratori Caterpillar hanno sostato in presidio fuore dalla sede regionale di Palazzo Leopardi con bandiere. Con loro il consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo per esprimere solidarietà: "La loro indignazione è anche la nostra - dice Mastrovincenzo - Il ministero dello Sviluppo Economico convochi al più presto le parti per far recedere l'azienda da questa decisione assurda". (ANSA).
   

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