Gdf Macerata, interdizione occuparsi vittima e sequestro 1,5 mln
(ANSA) - ANCONA, 18 NOV - Nell'ambito dell'indagine "Ultime volontà" del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su delega della locale Procura della Repubblica, due avvocati del Foro di Macerata - un'avvocatessa e un suo collega di studio - sono indagati per falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace ai danni dell'unico figlio di una ultranovantenne poi deceduta nell'ottobre del 2020. In base degli elementi emersi durante le indagini, il gip di Macerata Domenico Potetti, su richiesta del Procuratore della Repubblica facente funzione, Claudio Rastrelli e del pm Vincenzo Carusi, ha disposto per i due legali l'interdizione per un anno dalla professione in ordine alla cura - in sede giudiziaria e extragiudiziaria - degli interessi della vittima, e alla cura e gestione di ogni procedura in materia d'interdizione, inabilitazione, amministrazione di sostegno. Tutto ciò per la necessità di evitare la reiterazione del reato.
Disposti anche il divieto di comunicazione e avvicinamento all'abitazione e alla persona della vittima, mantenendo una distanza minima, da controllare con applicazione di braccialetti elettronici. E' stato anche eseguito anche il sequestro preventivo della somma di circa 1,5 milioni di euro, pari alla metà dei beni caduti in successione, corrispondenti alla parte dell'asse ereditario finiti illecitamente nella disponibilità dell'avvocatessa, grazie a un testamento olografo di cui diverse perizie calligrafiche hanno attestato l'inequivocabile falsità.
Dalle investigazioni, anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, sarebbe emersa l'esistenza di un testamento apocrifo, sulla base del quale metà del patrimonio sarebbe spettata di diritto all'avvocatessa, nonché la circostanza che gli indagati, approfittando della condizione di debolezza dell'unico figlio, in precarie condizioni fisiche e mentali, e attraverso una frequentazione assidua e costante, anche in periodo di pieno lockdown dovuto alla pandemia, lo avevano indotto a firmare una procura generale a favore di uno di loro: in tal modo, secondo l'accusa, i due legali avrebbero potuto agevolmente disporre dell'intero patrimonio, senza impedimenti. (ANSA).